Fidel
Soldado de las Ideas
Quanta sofferenza! Che soddisfazione! Nonostante quello che vi dicevo sulla crisi economica, sui prezzi dello zucchero, che sono miserabili, e sul prezzo del nichel che raggiunge appena i livelli di costo, o sul colpo subito dal turismo per l’atto terrorista di New York contro il popolo statunitense, oltre alle conseguenze politiche di tutto ciò, che hanno scatenato una grande tensione nel mondo e cagionato grandi problemi, ai quali voi e noi siamo abituati da molto tempo.
Un’idea di base occupava la mia mente fin dai miei vecchi tempi di socialista utopico. Partivo dal nulla con le semplici nozioni del bene e del male che ad ognuno inculca la società in cui nasce, pieno d’istinti e carente di valori che i genitori, specialmente le madri, in cominciano a seminare in qualsiasi società ed epoca.
Solo qualche giorno fa, una persona amica mi ha inviato il testo di una dichiarazione dell'impresa Gallup, famoso istituto d’indagine degli Stati Uniti. Mi sono messo a sfogliare il materiale con la naturale sfiducia verso l'informazione bugiarda ed ipocrita che solitamente è impiegata contro la nostra patria.
Non sarebbe onesto da parte mia starmene zitto dopo il discorso pronunciato da Obama la sera del 23 maggio alla Fondazione Cubano‑Americana, creata da Ronald Reagan. L’ho ascoltato, così come ho fatto con quello di McCain e di Bush. Non serbo rancore nei suoi confronti come persona, perché non è stato responsabile dei crimini commessi contro Cuba e l’umanità. Se lo difendessi, farei un enorme favore ai suoi avversari. Perciò non ho paura a criticarlo ed a esprimere francamente i miei punti di vista sul suo discorso.
Uno crede che non ci sia tema che valga la pena di commentare senza stancare i pazienti lettori dopo la Mesa Redonda del 12 giugno, che ha divulgato la nuova edizione di un libro pubblicato in Bolivia 15 anni fa, questa volta con un mio prologo. In questo programma è stata letta un’introduzione elaborata successivamente dal presidente Evo Morales ed un messaggio della prestigiosa scrittrice argentina Stella Calloni, che saranno inseriti in una prossima edizione. Ho selezionato con cura i dati che ho utilizzato in quel prologo.
La forma screditata di sospendere le sanzioni contro Cuba che ha appena adottato l’Unione Europea il 19 giugno, è stata affrontata da 16 comunicati stampa internazionali. Non implica assolutamente alcuna conseguenza economica per il nostro paese. Al contrario, le leggi extraterritoriali degli Stati Uniti, e perciò, il loro blocco economico e finanziario, continuano ad essere pienamente vigenti.
E’ stato necessario improvvisare quest’intervento, come capita a volte, quando gli avvenimenti precipitano, e adesso vi spiegherò il perché.
Ieri c’è stata una conferenza stampa, di quelle solite nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, con la partecipazione del portavoce del suddetto dipartimento, Sean McCormack.
Devo riferirmi testualmente alle dichiarazioni del portavoce.
Posso assicurarvi che una battaglia simile l’avremmo vinta, ve lo posso assicurare, perché lo spirito di lotta non si sarebbe fermato, la nostra fermezza non si sarebbe arrestata, le nostre armi pacifiche però efficienti non si sarebbero fermate, le nostre verità non sarebbero state zittite, i nostri messaggi al mondo non si sarebbero fermati, e non si sono fermati. Da lì è sorta quella frase: Battaglia di Idee, perché è stata una vera battaglia d’idee.
Quando nel 1981 parlai nella 68º Conferenza Interparlamentaria, dopo aver citato indici e dati che mostravano il crescente abisso che separava il mondo sviluppato ed opulento dai paesi che furono loro colonie e loro domini, vittime di un ininterrotto saccheggio durato secoli, pronunciai una frase che poteva sembrare troppo forte: "Se il presente è tragico, il futuro si prospetta tenebroso."
Di nuovo si stagliano all’orizzonte le possibilità di una guerra fredda e l’inizio di una nuova disperata corsa agli armamenti, visto che nessuna grande nazione o gruppo di nazioni, in possesso dei mezzi scientifici tecnici e necessari, si rassegnerà a restare disarmata di fronte ad un temibile , aggressivo ed insaziabile avversario.
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