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Vinceremo, fratello, vinceremo!

Quando si compirono 40 anni dalla nomina di Raúl a Comandante dell’ Esercito Ribelle, il 27 febbraio del 1998, il Comandante in Capo Fidel Castro gli impose il titolo onorifico di Eroe della Repubblica di Cuba e l’Ordine Massimo Gómez, di Primo Grado, al Generale d’Esercito. Photo: Estudios Revolución
Quando si compirono 40 anni dalla nomina di Raúl a Comandante dell’ Esercito Ribelle, il 27 febbraio del 1998, il Comandante in Capo Fidel Castro gli impose il titolo onorifico di Eroe della Repubblica di Cuba e l’Ordine Massimo Gómez, di Primo Grado, al Generale d’Esercito. Photo: Estudios Revolución

Data: 

14/08/2019

Fonte: 

Periódico Granma

Autore: 

Un nuovo giorno nella patria liberata. Agosto risplende e il tuo nome risuona nel tempo in questo spazio infinito complice della storia.

Con queste emozionanti risonanze oso immaginare questo dialogo amoroso e protettore di due uomini immortali.
 
Fratello, essere del mio stesso essere, vita della mia stessa vita, sento ancora le tue mani unite alle mie al disopra delle tempeste del destino e palpita nella mia anima il più puro sentimento d orgoglio, senza le vanterie del potere, né le smanie di gloria, perchè questi non sono mai stati i sogni che abbiamo condiviso.
 
Siamo stati complici sin dai momenti senza memoria del ventre materno, dalle azioni biasimevoli dell’infanzia e della giovinezza, ma niente ci ha unito di più dell’ideale di giustizia. Questo è il vincolo che ha sigillato definitivamente l’alleanza che era stata già profilata dal sangue, quando vestiti di Rivoluzione ci siamo incamminati verso il futuro, senza che apparisse mai la minima intenzione di fermarci.
 
Oggi capisco come mai prima quanto grande è stata la nostra sorte di negare in maniera assoluta la morte dell’Apostolo.
 
Per lui avanzammo verso quelle impenetrabili mura della Moncada, per lui ponemmo il petto alla furia del mare e vestimmo il colore della speranza per scalare le alture della Madre Sierra. Ricordi l’abbraccio a Cinco Palmas? Quanto fu sorprendente allora la certezza del trionfo e quando indescrivibile l’allegria di saperti vivo.
 
Ancora oggi mi stupisce l’emozione dei giorni della fine dell’ignominia, del popolo che ci abbracciava nel mezzo di quella fiamma di giubilo che solo la vera libertà accende. Ed eravamo lì noi due, davanti a quel mare di gente umile, firmando per sempre l’impegno che - a partire da quel gennaio - ogni secondo della nostra vita sarebbe stato dedicato a tutti, al bene di tutti.
 
Quanto sacrificio, quanta dedizione, quante notti insonni sono state necessarie da allora, ma l’opera non è mai fallita e non ha ma perso la sua rotta originale.
 
Gli infiniti ostacoli non hanno variato il corso del cammino e ogni nuova sfida ci ha reso più forti che mai, sicuri che rinunciare è una parola che i rivoluzionari non conoscono.
 
Abbiamo camminato insieme tutto questo tempo e ora ti sento ancora più vicino perchè ti sei moltiplicato; con il popolo ci siamo proposti di continuare ad andare senza che la fretta c’induca agli errori, ma senza permetterci pause troppo lunghe che potrebbero spegnere le energie.
 
E com’è promettente questo ricambio che si presenta e che scrive già la propria storia, che ha ereditato lo stesso amore senza condizioni per questa terra che ci ha mosso per tanti anni di lotta.
 
Tu ed io siamo fratelli e lo saremo per i secoli dei secoli, uomini in Rivoluzione tanto fedeli l’uno all’altro come lo siamo stati sempre alla nostra causa, che è la causa dei poveri della terra di quelli che lottano ogni giorno per un mondo migliore, di quelli che non perdono la speranza né le motivazioni per difendere quel che è giusto.
 
La nostra storia è una e non ci sono dubbi che dall’originalità dell’individuo che ognuno di noi abita, anch’io ho abitato la tua pelle e tu la mia, e l’essere fratelli è stato per tutti e due un concetto sacro e inviolabile, un patto fatto dall’amore che implica anche ammirazione e rispetto, che non è mai stato egoista quando si è trattato di dovere.
 
E siamo qui, fratello, eretti, uniti, sfidando il tempo con la vista attenta al futuro, con il cuore gonfio dello stesso fervore che non invecchia, tanto giovane come nell’anno del centenario e con questo pensiero per sempre nella coscienza:Patria o Muerte! Vinceremo, fratello, vinceremo!