Reflexión

Notizie di Chávez e d’Evo

Ieri, giovedì 9, la critica situazione della Bolivia ha occupato la nostra attenzione.

Oggi, venerdì, si aggiunge un fatto di grand’interesse:  l'arrivo a Cuba d’Hugo Chávez, dopo il successo del suo viaggio alla Cina. In Bolivia l'oligarchia si sbatte contro un leader serio e solido come Evo Morali e nel Venezuela gli avversari della Rivoluzione Bolivariana che nutrivano tutte le loro speranze sul colpo che assesterebbe la crisi economica internazionale a quel paese, comprenderanno che la lotta per il socialismo di Chávez è capace di sorpassare qualunque ostacolo. Lui ha promesso che le conquiste ed i grandi avanzamenti sociali saranno mantenuti, l'industrializzazione del paese seguirà il proprio ritmo ed il Venezuela si trasformerà in esempio di paese industrializzato, con giustizia sociale che servirebbe da ispirazione ed esempio al Terzo Mondo.

Il suo viaggio alla Cina e al Giappone, in mezzo alla crisi che colpisce tutte le nazioni del mondo, è un vero esempio di strategia politica. Prima aveva partecipato al Vertice di sud-americani ed arabi che insieme dispongono di enormi risorse naturali. Nel Giappone ha trovato uno dei paesi più industrializzati del mondo e di maggiore potenziale economico, un importante mercato per i prodotti venezuelani. Soprattutto, ha capito con chiarezza che la Cina, grazie al suo accelerato sviluppo, sarà la maggiore potenza economica della terra, un bastione ineludibile del commercio mondiale e punto d’appoggio per i paesi del Terzo Mondo che sono stati discriminati e sfruttati dalle potenze capitaliste più ricche.

Le notizie del giorno 8 facevano conoscere gli accordi sottoscritti, dopo le conversazioni sostenute tra il presidente del Venezuela e quello della Repubblica Popolare cinese, Hugo Chávez e Hu Jintao.

Quelle d’ieri 9 facevano conoscere le attività che, su richiesta del presidente della Cina,  ha svolto Hugo Chávez, prima della sua partenza.

Le agenzie di notizie hanno parlato a lungo delle sue attività in Cina:

"Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha detto oggi  che ha concordato con il suo omologo cinese Hu Jintao, l'incremento della cooperazione per fare in modo che la Cina riceva nel 2010 un milione di barili giornalieri di petrolio.

'Gli ho proposto che davanti alla situazione mondiale (crisi), dovevamo analizzare la possibilità e  anticipare la meta fissata nell'accordo strategico per il 2013', ha detto oggi Chávez alla centinaia di dirigenti nazionali, provinciali e locali della Scuola del Partito Comunista della Cina (PCCh) che l'hanno applaudito.

"Raggiungere la suddetta fornitura, la costruzione di una raffineria venezuelana in territorio cinese e la creazione di una compagnia di navigazione di ambedue le nazioni per il trasferimento di greggio, sono stati gli obiettivi prioritari della visita di Chávez.

"Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha ritenuto oggi 'imprescindibile' la costruzione di una piattaforma d’alleanze tra la Cina e l’America latina ed i Caribi.

 "Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha finito oggi la sua visita alla Cina con una riunione con il vicepresidente cinese, Xi Jinping, eventuale successore di Hu Jintao alla testa del Partito Comunista della Cina (PCCh), nel prossimo Congresso del 2012.

"Xi è Rettore della scuola dove si formano tutti i dirigenti del PCCh dalla creazione della Repubblica Popolare cinese nel 1949 e che Chávez ha visitato oggi.

"La Cina sa guardare lontano. Pochi mesi dopo l’instaurazione del nostro governo, io ero qui, e assieme a Jiang Zemin abbiamo avviato un rapporto al quale ora, con Hu, abbiamo deciso di dare un nuovo dinamismo strategico.'

"Ieri Chávez ha detto a Hu, nella sua riunione al Gran Palazzo del Popolo, che la 'Cina è il motore più grande che esiste per condurre al mondo oltre la crisi.'

"Oggi, alla Scuola, ha affermato che 'se Washington fu la capitale del mondo imperiale, Pechino è oggi una delle grandi capitali del mondo pluripolare.'

"'Noi ci troviamo alla fase di fondazione della nostra Scuola del Partito che appena ha un anno di vita, ed anche i suo fondatori dovranno frequentarla, perché cominciamo a foggiare un gran partito con un'ideologia chiara:  il socialismo ', ha affermato."

Verso le 2 del pomeriggio, il Presidente Chávez mi farà l'onore di una visita. Per me sarà di grande interesse conoscere i particolari del suo viaggio all'estero, dove è rimasto più di 12 giorni, il ché prova la sua illimitata fiducia nel popolo, nella sua crescente coscienza socialista e nei quadri che rimasero nel paese.

Durante il giorno arriveranno sicuramente nuove notizie sulla Bolivia e la battaglia politica portata avanti da Evo ed il suo consacrato popolo. Continuerò scrivendo, tentando di essere il più breve possibile davanti a tante notizie.

Alle  ore 13 e 15 ho telefonato Dausá. Alle ore 7 del mattino Evo era ancora in piedi. A quella ora gli hanno inviato la mia riflessione d’oggi. Si è rallegrato e l’ha letta davanti ai giornalisti. Era compiaciuto di vedere che seguivo da vicino la situazione. Poi ha dormito per due o tre ore.

Dausá mi ha fornito informazione più precisa sul funzionamento del Parlamento. Sia alla Camera, dove ci sono 130 deputati, dove il partito d’Evo conta su ampia maggioranza, che al Senato con 27 congressisti, dove l'opposizione è maggioritaria, le leggi sono approvate dalla maggioranza.

La Legge Transitoria Elettorale, però, per essere approvata, ha bisogno della maggioranza nelle due Camere. Nel disporre di un numero maggiore di membri tra i 27 del Senato, l'oligarchia blocca la sua approvazione, esigendo condizioni che sono inaccettabili, tali come un nuovo registro elettorale;  ridurre quasi a niente il numero di circoscrizioni speciali per la popolazione indigena create dalla nuova Costituzione dello Stato Boliviano, approvata dal popolo in recente plebiscito ed infine, imporre enormi restrizioni alla possibilità di votare per i boliviani che risiedono all'esterno, la maggior parte di cui sono simpatizzante di Evo.

Mediante tali esigenze pretendono spogliare il Presidente boliviano del crescente appoggio popolare di cui dispone.

Mentre si negozia una soluzione in virtù dell’eventuale riduzione dei 14 deputati indigeni che Evo propone quasi alla metà, poiché l'opposizione accettava solo tre, hanno cominciato ad intrigare, affermando che il Presidente indio tradisce la sua propria gente. In questo modo pretendono ridurre le sue forze, impugnando inoltre il registro elettorale, quello che metterebbe in discussione il diritto di 700 mila elettori boliviani.  Cercano lo stesso obiettivo con le limitazioni ed intoppi ai boliviani residenti all'esterno.

È logico che Evo non si rassegni a sospendere le elezioni, né a privare della possibilità di votare a gran numero di boliviani in virtù dell'impugnazione di un registro elettorale la cui qualità è stata approvata dagli organismi internazionali come uno dei migliori dell'America latina. Alle ore 14 e 05, ho ascoltato  Evo alla televisione, calmo, eloquente, persuasivo.

E’ impossibile non riconoscerlo e non appoggiarlo. Lo sciopero di fame non colpisce minimamente la sua capacità intellettuale. "Non cerco potere per me, cerco potere per le organizzazioni sociali", dichiara e reitera. Le sue risposte alla stampa sono veramente eloquenti.

Dausá informa che molti dei parlamentari dell'opposizione, soprattutto quelli di Santa Cruz, sono rientrati ai loro Dipartimenti per passare il venerdì Santo ed il resto della settimana quale pietosi credenti.

Evo, dalla sua parte non depone il suo atteggiamento, anzi, lo mantiene assieme ad un gruppo di dirigenti che l'accompagnano al Palazzo di Governo. Ma, al tempo stesso, si è comunicato con tutti i sostenitori che nel resto del paese fanno sciopero di fame affinché lo sospendano fino al lunedì, perché possano essere con i loro parenti la fine settimana.

Oggi, a mezzogiorno, ho sentito un'altra gradevole informazione al Notiziario nazionale di televisione. Ieri il nostro amico Bouteflika ha ottenuto un terzo mandato costituzionale con l'appoggio del 90 percento degli elettori. È una buona notizia per Cuba che ci ricorda l'importanza della solidarietà con altri popoli che tanto arricchisce la nostra storia dai primi giorni della Rivoluzione.

Alle  ore 5 e 55 è arrivato Chávez. Era accompagnato da Luis Reyes Reyes, Ministro d’Ufficio della Presidenza;  che assieme a Rafael Ramírez, Ministro d’Energia e Petrolio;  Nicolás Maduro, Ministro degli Affari Esteri ed altri quadri l'hanno accompagnato durante il suo viaggio all'estero. Appena si è seduto, ha cominciato a raccontarmi le sue impressioni.

Era contento della sua riunione con Hu Jintao, Presidente della Cina. Mi ha parlato dell'ampio dialogo sostenuto durante la sua visita di lavoro, la cena offerta al Palazzo del Popolo e la visita alla storica Scuola di Quadri del Partito Comunista Cinese, suggerita dal Presidente. Ha scambiato impressioni con il Vicepresidente della Cina e Rettore della suddetta scuola, Xi Jinping, chi ha lasciato in lui una profonda impronta. L'aveva già conosciuto nel Venezuela, paese che aveva visitato come Vicepresidente della gran nazione.

Ha incontrato anche il suo amico Chen Yuan, Presidente della Banca di Sviluppo della Cina, figlio del presidente di quel paese durante la prima tappa rivoluzionaria. Ha parlato inoltre con il Ministro degli Affari Esteri. Ha lodato molto il talento ed i metodi di lavoro dell'alta direzione cinese, con particolare riguardo a Hu Jintao.

Le riunioni e le visite si sono svolte con e senza la stampa. Ha risposto alle interviste. Dalle notizie pubblicate dalle agenzie, ha precisato le parole pronunciate da lui e quelle frutto della traduzione o dell’interpretazione di quello che ha detto;  c’è stata una vasta divulgazione delle sue attività.

Al suo rientro è passato da Vancouver, nella direzione inversa. Il volo, con una scala, ha durato 16 ore precise, di cui la metà del tempo su territorio degli Stati Uniti, i quali non hanno opposto nessun ostacolo all'IL-96 di Cubana d’Aviazione. Ha raccontato anche i particolari delle sue visite ed incontri a Qatar, Iran e Giappone. Ha incontrato numerosi leader. Vari minuti sono stati dedicati ai saluti inviati da molti dei suoi interlocutori. E’ molto rigoroso. Non desiderava dimenticare nessuno, specialmente quelli inviati dai dirigenti cinesi.

Durante la nostra riunione, che ha durato  2 ore e 50 minuti, abbiamo affrontato molti temi. Gli ho detto che la Cina si apriva verso l'impiego dello yuan come valuta non svalutata artificialmente per competere come gli s’imputa dai loro avversari, bensì perché la sua capacità di competere s’incrementa progressivamente.

Paul Krugman, premio Nobel d’Economia, sostiene che nella prossima riunione, che ogni certo numero di anni assegna il carattere di valuta convertibile a determinate monete, è possibile che il Fondo Monetario Internazionale includa lo yuan assieme al dollaro, l'euro, la lira sterlina ed altre monete. Quelli che guidano l'economia mondiale non possono continuare ad ignorarlo.

Non poteva mancare Evo nel nostro scambio. Gli ho spiegato in dettagli l'informazione che possedeva, il suo eccellente stato d’animo e la sua disposizione a mantenere lo sciopero fino alle ultime conseguenze. L’ha telefonato esprimendole la sua totale solidarietà. Finalmente ha parlato della sua prossima visita all'Argentina. Ha chiesto dati sul Vertice di Trinidad e Tobago e la posizione di Daniel che, assieme a Cristina, parleranno all'inaugurazione dello stesso. Gli ho raccontato tutto quello che sapevo.

Alle ore 21 e 54, ho telefonato Dausá. Ho chiesto notizie.

Il Congresso, convocato per le ore 19:00, non ha potuto riunirsi per mancanza di quorum. Di nuovo si convoca per le ore 20 e 30, ma neanche questa volta  c’è stato quorum. I canali di televisione mostravano a quelle ore i parlamentari dell'opposizione nei loro Dipartimenti. García Lineras era dispiaciuto di questa assenza e ha detto che quell'atteggiamento era prossimo al delitto;  che convocherà loro ancora una volta domani sabato, 11 aprile, alle  ore 12 e 30. Che non ci sarà un'altra attività al Congresso finché venga approvata la Legge.

Evo sta bene. E’ stato esaminato dal medico che l'accompagna. Lo sciopero di fame dei leader nei diversi Dipartimenti del paese, nonostante l'appello d’ Evo d’interromperlo fino al lunedì, ha continuato, in solidarietà con il Presidente. Oggi, secondo il Segretario Generale della Centrale Operaia Boliviana ci sono mille 27 in 96 picchetti di sciopero.

In conferenza stampa i leader della Coordinatrice Nazionale per il Cambiamento e quelli della Centrale Operaia Boliviana hanno espresso che, di continuare l'assenza dei parlamentari al Congresso implementeranno azioni legali contro essi. Mi ha informato che visiterebbe il Presidente questa sera. Ci vorrebbero 40 minuti dall'Ambasciata al Palazzo. Ho promesso di chiamarlo per salutare Evo.

Alle ore 22 e 20 l’ho telefonato. Ha dato subito il  telefonino a Evo. Ho avuto il piacere d’ascoltare la sua voce serena, ma ferma, fiducioso nella giustizia della sua causa. Gli ho espresso la nostra allegria per il suo buono stato di salute. Mi sono congratulato con lui per la sua fermezza e le sue parole serene ed eloquenti che non insultano né feriscono nessuno. Gli ho parlato sulla visita di Chávez ed il suo atteggiamento solidale con lui e con la Bolivia. Gli ho trasmesso un messaggio solidale e la nostra fiducia nella sua vittoria.

 

 

Fidel Castro Ruz
10 aprile 2009
23: 02

Fecha: 

10/04/2009