Il blocco e le telecomunicazioni di Cuba, una storia di lunga data
Il 23 ottobre si sono compiuti 31 anni da quando fu sanzionata nel Congresso statunitense la Legge Torricelli, promulgata dall’ex presidente George Bush (padre), e una delle espressioni più precise della linea aggressiva dell’impero contro Cuba, che articola tutta una retorica eufemistica che inalbera concetti come democrazia, diritti umani, economia di mercato, e, ovviamente un rinforzo del blocco economico imposto all’isola dall’inizio della Rivoluzione.
Uno dei settori cubani ai quali è stata applicata in maniera molto stretta è quello delle telecomunicazioni. Nel gennaio del 1959, tutti gli strumenti e i cavi telefonici erano di fabbricazione nordamericana e non è mai stato permesso comprare pezzi di ricambio o centrali nuove. Lo stesso è avvenuto con gli strumenti di trasmissione dei segnali radio e di televisione.
Le trasmissioni illegali radiofoniche contro Cuba sono iniziate nel 1959, e persistono attualmente. In questo periodo hanno trasmesso contro il nostro paese circa 120 emittenti dal territorio statunitense e da altre nazioni, con il patrocinio del Governo degli USA e 43 organizzazioni controrivoluzionarie.
Nel 1990 è cominciata l’aggressione televisiva da un globo aerostatico, e successivamente da aerei militari. Lo spiegamento di aerei per le trasmissioni illegali è stato una delle azioni di più forte provocazione e pericolo intrapresa dal Governo degli Stati Uniti.
Una misura come questa era stata adottata durante situazioni di guerra, in Vietnam e Iraq, ed è una chiara violazione della sovranità cubana.
Molte persone non sanno che tra Cuba e gli Stati Uniti sono tesi sette cavi telefonici per propiziare le comunicazioni tra i due paesi.
Non è nemmeno stato diffuso nella grande stampa internazionale che, a partire dal 1959, questo servizio via cavo è stato bloccato e non precisamente dal Governo cubano, sino al punto che nel 1986 è stato interrotto definitivamente. È stata una pratica evitare che Cuba si connetta ai cavi sottomarini di fibra ottica che passano vicino all’Isola, alcuni a poco più di 30 chilometri.
Per molti anni l’Isola grande delle Antille ha dovuto realizzare le connessioni d’internet via satellite che non solo sono molto più costose, ma sono anche a banda meno ampia con connessioni più lente.
Nel 2000, le comunicazioni dirette con gli USA, che rappresentavano in quel momento circa l 70 % del traffico internazionale di Cuba, sono state interrotte per quasi 15 anni, come conseguenza del saccheggio degli attivi cubani bloccati nelle banche di questo paese dal 1966 – quasi 200 milioni di dollari–, provenienti dal servizio telefonico tra i due paesi.
L’Impresa Telecomunicaciones de Cuba S.A. (Etecsa) ha dovuto evacuare questo traffico con operatori di terzi paesi, con significative perdite e difficoltà.
L’ERA BIDEN
Da quando è giunto nella Casa Bianca, nel gennaio del 2021, Joe Biden ha dato continuità alla politica aggressiva sviluppata dai successivi governi degli USA contro Cuba, con l’utilizzo di una guida che pretende di distruggere la Rivoluzione cubana mediante un blocco economico sempre più ferreo se possibile, con le pressioni e le minacce dall’astero e un secondo binario che oggi acquista una maggior forza, con l’obiettivo, come disse il leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, il 26 luglio del 1995, «di penetrarci, rammollirci creare ogni tipo d’organizzazione contro rivoluzionaria e destabilizzare il paese, quali siano le conseguenze».
L’attuale Governo yanquee ha proseguito la persecuzione e la pressione sulle imprese che vendono apparecchi di telecomunicazioni a Cuba.
Non si possono comprare quelli che contengono più del 10% di componenti statunitensi.
Tutto questo impedisce l’accesso a marche e apparecchi con alte prestazioni e a leaders nel mercato delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell’Informazione e le Comunicazioni (TIC), che sono distribuiti o contano con brevetti di entità nordamericane, tra le quali telefoni fissi, cellulari, antenne, sistemi informatici e altri.
Per questo queste risorse si comprano in imprese ubicate molto lontano dal nostro paese e a un costo maggiore, con un effetto negativo negli investimenti di Etecsa, dei suoi clienti e nel resto di settori della nazione
In questo contesto, i cubani hanno proibito l’accesso a determinate piattaforme e tecnologie indispensabili per il lavoro di capacitazione, produzione di contenuti e sviluppo di prodotti e servizi nell’Isola.
I danni economici della politica del blocco al settore cubano delle telecomunicazioni, negli ultimi dieci anni ha superato i 500 milioni di dollari e solo tra marzo del 2022 e febbraio del 2023 si stima in 40 901 400 dollari.
Di fronte a queste azioni che costituiscono un prolungamento del blocco imposto a Cuba, l’Isola ha l’obbligo e il diritto di denunciare questa politica nella cornice di diversi scenari multilaterali, nell’ordine bilaterale e ad intraprendere azioni politico-diplomatiche con questo fine .
Oggi, 1º novembre, il mondo dirà, ancora una volta, No! al criminale blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba.