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Patrocinano leader religiosi cubani per libertà dei Cinque

Leader religiosi sommarono qui le loro voci a quelle di altri settori della società cubana che reclamano la libertà ed il ritorno all'isola dei Cinque, condannati a severe pene negli Stati Uniti. 

Come giovani, donne, contadini, lavoratori ed intellettuali; rappresentanti della diversità religiosa esistente in Cuba considerarono una necessità mettere fine alla situazione di Gerardo Hernandez, Renè Gonzalez, Antonio Guerrero, Ramon Labañino e Fernando Gonzalez. 

“Mi piacerebbe che il governo degli Stati Uniti sia misericordioso e metta in libertà a questi ragazzi, che la cosa unica che hanno fatto è stato tentare di difendere il loro paese dalle azioni orribili del terrorismo”, segnalò in questa capitale il presidente della Lega Islamica di Cuba, Pedro Lazo. 

“Mi causa molto dolore vedere come non lascino che le mogli di alcuni di loro possano visitarli, quando si tratta di un diritto umano elementare”, ha osservato. 

Da parte sua, la direttrice generale dell'organizzazione buddista-laico Soka Gakkai di Cuba, Joannet Delgado, definì triste il caso dei Cinque, quattro di loro ancora imprigionati, mentre Renè sta compiendo tre anni di libertà vigilata nella nazione settentrionale, decisione considerata dagli attivisti una punizione addizionale. 

Non c'è niente di più triste che non rispettare la dignità della vita, e questo lo fanno con i Cinque, che umilmente trattavano di ostacolare atti terroristi; e tuttavia, gli tolgono la libertà e li allontanano dalle sue famiglie, pensò in un scambio con Prensa Latina. 

Il presidente della Chiesa Presbiteriana Riformata in Cuba, Daniel Izquierdo, patrocinò per il ritorno di Gerardo, Renè, Antonio, Ramon e Fernando al loro paese. 

I leader religiosi sono stati d'accordo nel sottolineare l'importanza che i diversi componenti della società agiscano uniti nello sforzo per materializzare le loro aspirazioni e difendere i valori come l'umanesimo. 

Fonte: 

Prensa Latina

Data: 

19/03/2012