La SIP, un progetto mediatico di disinformazione contro Cuba
L'obiettivo della Società Interamericana di Stampa (SIP), creata nel 1943 per difendere gli interessi mediatici di Washington nel continente, centra oggi il suo progetto mediatico di disinformazione contro Cuba.
Attualmente, la SIP è l'addetta di ingranare la fabbricata persecuzione e l'incarceramento di presunti giornalisti nell'isola, come l'aumento della repressione verso supposte manifestazioni indipendenti nella nazione.
La bugia radica, tra le altre cose, in riferirsi ad un gruppo di controrivoluzionari come pretesi giornalisti indipendenti, quando è rimasto dimostrato che quelle persone hanno come missione esclusiva lanciare attacchi alla realtà cubana.
L'Agenzia Centrale di Intelligenza, l'Agenzia Internazionale dello Sviluppo degli Stati Uniti e la National Endowment for Democracy ha ammesso che destinano fondi economici per tali fini.
Le azioni di sovversione rispondono alle misure adottate per lo stato cubano contro chi pretendono di sovvertire l'ordine istituzionale, desvirtuano la realtà socioeconomica del paese ed inventano atti repressivi ordinati per la Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana.
Mentre, la SIP ha optato per affiliarsi al compromesso mediatico la cui detrazione ideologica nutre la guerra di disinformazione contro Cuba.
Ma, né la SIP né i grandi monopoli mediatici che rappresenta hanno alzato la sua voce per denunciare il terrorismo sofferto per il paese cubano e gli atti vandalici come l'attentato di Barbados contro un aereo cubano in plenum volo.
Neanche il monopolio della stampa nordamericana ha dato copertura al caso dei cinque cubani antiterroristi carcerati negli Stati Uniti per allertare all'isola circa i piani della destra anticubana radicata a Miami.
Prominenti intellettuali dell'America Latina hanno dichiarato che quel silenzio complice e parzializato, è parte della guerra ideologica mantenuta durante quasi cinque decade per satanizar alla Rivoluzione cubana.
Attualmente, la SIP è l'addetta di ingranare la fabbricata persecuzione e l'incarceramento di presunti giornalisti nell'isola, come l'aumento della repressione verso supposte manifestazioni indipendenti nella nazione.
La bugia radica, tra le altre cose, in riferirsi ad un gruppo di controrivoluzionari come pretesi giornalisti indipendenti, quando è rimasto dimostrato che quelle persone hanno come missione esclusiva lanciare attacchi alla realtà cubana.
L'Agenzia Centrale di Intelligenza, l'Agenzia Internazionale dello Sviluppo degli Stati Uniti e la National Endowment for Democracy ha ammesso che destinano fondi economici per tali fini.
Le azioni di sovversione rispondono alle misure adottate per lo stato cubano contro chi pretendono di sovvertire l'ordine istituzionale, desvirtuano la realtà socioeconomica del paese ed inventano atti repressivi ordinati per la Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana.
Mentre, la SIP ha optato per affiliarsi al compromesso mediatico la cui detrazione ideologica nutre la guerra di disinformazione contro Cuba.
Ma, né la SIP né i grandi monopoli mediatici che rappresenta hanno alzato la sua voce per denunciare il terrorismo sofferto per il paese cubano e gli atti vandalici come l'attentato di Barbados contro un aereo cubano in plenum volo.
Neanche il monopolio della stampa nordamericana ha dato copertura al caso dei cinque cubani antiterroristi carcerati negli Stati Uniti per allertare all'isola circa i piani della destra anticubana radicata a Miami.
Prominenti intellettuali dell'America Latina hanno dichiarato che quel silenzio complice e parzializato, è parte della guerra ideologica mantenuta durante quasi cinque decade per satanizar alla Rivoluzione cubana.
Fonte:
Prensa Latina
Data:
06/04/2010