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Gli Stati Uniti hanno le mani macchiate di sangue, ha detto Fidel Castro

Il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, ha affermato che il Governo degli Stati Uniti ha le mani macchiate realmente di sangue per i crimini commessi contro i popoli nel mondo. Intervenendo in un incontro con gli intellettuali partecipanti nella XX Fiera Internazionale del Libro de L'Avana, trasmesso per la televisione, Fidel Castro si domandò se il presidente nordamericano, Barack Obama, aveva previa conoscenza del crimine che perpetrerebbe l'Israele contro gli scienziati iraniani.
 
“Il sangue versato non è simbolico” –ha enfatizzato il leader rivoluzionario - è reale e loro non lo dissimulano neanche, non lo negano”.  

Aggregò che i servizi di intelligenza e specialmente la CIA erano a conoscenza degli attacchi realizzati dagli aeroplani non pilotati che compiono incursioni nei territori del Pakistan e dell’Afghanistan.  

Ha qualificato un crimine fascista l'attentato contro la congressista degli Stati Uniti Gabrielle Giffords, che ora si rimette in un ospedale in maniera graduale, come se fosse una bambina di mesi.  

Nel suo intervento, ha criticato le leggi che, negli Stati Uniti, permettono la detenzione di armi e l'incapacità del Governo di controllare questo fenomeno.  
Fidel Castro sottolineò il lavoro di molti intellettuali, alcuni di questi premi Nobel che realizzano sforzi per la pronta liberazione di Cinque antiterroristi cubani prigionieri nelle carceri statunitensi dal 1998.  

Fernando Gonzalez, Ramon Labañino, Antonio Guerrero, Gerardo Hernandez e Renè Gonzalez compiono severe condanne per informare su piani di azioni violente contro Cuba forgiati da gruppi terroristi, situati in territorio nordamericano.  

Fidel Castro ha sottolineato che la specie umana sta in pericolo reale di estinzione ed è necessario intraprendere azioni per evitarlo.
 
Sottolineò anche l'importanza di stabilire una politica mondiale di popolazione, la quale deve essere razionale ed in corrispondenza coi tempi attuali nell'interesse delle persone, ma non dei ricchi.  

Lo scrittore venezuelano Luis Britto riflettendo sulle idee di Fidel Castro considerò riproporre in maniera urgente le politiche di sviluppo e segnalò che il nostro mondo deve essere oggetto di un'intensa solidarietà per affrontare il pericolo delle guerre imperiali dirette a strappare ai popoli le loro risorse fossili.
 
Non è una questione nazionale, né regionale, è di interesse mondiale, col risultato che dobbiamo fare un modello alternativo che serva da esempio al pianeta, perché esistono forze demolitrici che stanno portandoci alla fine dei tempi, ha affermato Britto.  

L'umanità ha le risorse tecnologiche e gli scienziati per congiurare questo male, ma non conta sulle strutture sociali e politiche per combattere i nuovi problemi che si avvicinano, ha puntualizzato.

Fonte: 

Prensa Latina

Data: 

18/02/2011