Festival di Radio e Televisione Cuba 2013
Il primo vicepresidente cubano, Miguel Díaz-Canel, ha reclamato un maggior impegno della realizzazione audiovisiva per affrontare la pseudo-cultura imposta dai media egemonici.
Il primo vicepresidente cubano, Miguel Díaz-CanelInaugurando il primo Festival di Radio e Televisione, Díaz-Canel ha risaltato il ruolo che possono avere i media in questa lotta contro la banalità, per dare priorità all’essere umano ed ha riconosciuto che la radio e la televisione a Cuba mancano di grandi fondi, ma garantiscono contenuti di servizio pubblico che contribuiscono all’idea di fare un mondo migliore con una partecipazione dei media.
Ha affermato che i realizzatori nazionali sono enti attivi, e che Cuba stimola la capacità critica, con le nuove tecnologie che lo permettono allo spettatore medio, con quello che consumano.
Questo appuntamento conta con spazi abbondanti di riflessione e scambio sulle forme di realizzazione dei mezzi audiovisivi.
Gli anfitrioni cercano inoltre d’incorporare le pratiche di altri paesi più avanzati tecnologicamente per apprendere a competere e aprirsi il cammino con i nuovi supporti e le proiezioni di lavoro.
Dopo l’inaugurazione della Expo Fiera Commerciale parallela al Festival, è iniziata la parte teorica con dibattiti sull’integrazione, la cultura e l’identità, con invitati di lusso.
Nel Palazzo delle Convenzioni dell’Avana espongono 43 compagnie straniere, differenti imprese cubane.
Ci sono 16 stands che mostrano prodotti nazionali e della Cina, Vietnam, Spagna e Canada. Hanno partecipato all’incontro Abel Prieto, assessore del Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri; il capo del Dipartimento Ideologico del Comitato Centrale del Partito, Rolando Alfonso Borges; Danilo Sirio, presidente dell’Istituto Cubano di Radio e Televisione; Abel Acosta, viceministro di Cultura e i presidenti dell’ICAP e dell’ICAIC, rispettivamente, Kenia Serrano e Roberto Smith, con altre personalità.