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Denunciano negli USA bugie sul caso dei Cinque

Il Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque Cubani, catturati negli Stati Uniti nel 1998, denunciò oggi un editoriale del quotidiano The Washington Post, che mente sul lavoro che realizzavano i lottatori antiterroristi in questo paese settentrionale. 

Nel suo sito web, l'organizzazione criticò un articolo divulgato dal giornale il 31 dicembre scorso, nel quale cerca di giustificare l'ingiusta punizione applicata contro i Cinque, cioè Renè Gonzalez, Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Ramon Labañino e Fernando Gonzalez.  

Come spiegarono, l’editoriale disistima l'appoggio mondiale con la causa dei cinque cubani, quattro dei quali affrontano ingiuste condanne, mentre Renè, il primo nel compiere la pena, dovrà rimanere in territorio settentrionale, altri tre anni, sotto libertà vigilata.  

Precisarono inoltre che The Washington Post invalida l'opinione degli artisti, intellettuali, Premi Nobel e perfino quella dell'ex presidente Jimmy Carter, che patrocinano per la libertà dei Cinque.  

Antonio, Renè, Fernando, Ramon e Gerardo furono imprigionati più di 13 anni fa per monitorare i lavori dei gruppi terroristi che pianificavano atti contro i popoli di Miami, cubani e statunitensi.  

Eccetto Renè che ha già compiuto la sua punizione, il resto affronta lunghe condanne di perfino due ergastoli più 15 anni, come è il caso di Gerardo Hernandez.  

Tra i Premi Nobel che appoggiano la causa ci sono Wole Soyinka, Nadine Gordimer, Desmond Tutú, Rigoberta Menchú, Adolfo Perez Esquivel, Josè Saramago, Harold Pinter, Zhores Alfiorov, e Günter Grass.  

Alla domanda di libertà si unirono migliaia di intellettuali, come Noam Chomsky, Oscar Niemeyer, Mario Benedetti, Harry Belafonte, Pablo Gonzalez Casanova, Ernesto Cardenal, Thiago de Mello, Danny Glover, Eduardo Galeano, Alice Walker, Manu Chao, Atilio Boron, Ignacio Ramonet, Gianni Minà, Frei Betto e Miguel Bonasso. 

Fonte: 

Prensa Latina

Data: 

09/01/2012