Dedicato al Sudafrica un giorno della riunione giovanile
Il 17º Festival Mondiale della Gioventù e gli Studenti ha dedicato la giornata di giovedì 16, al Sudafrica, sede dell’evento che riunisce circa 15000 giovani partecipanti di 140 paesi.
Tutto il paese ha celebrato il Giorno della Riconciliazione e , com’è abituale negli ultimi anni, hanno regnato l’allegria e l’entusiasmo in una terra divisa tra neri e bianchi prima del 1994, dal segregazionista regime del apartheid, riporta Prensa Latina.
“Che modo di ballare e divertirsi hanno”, ha commentato a PL due brasiliani, nel Centro degli Eventi di Tshwane, senza dimenticare la samba e il carnevale di Río de Janeiro.
I delegati al Festival hanno reclamato il pieno accesso all’educazione in maniera gratuita. “Dev’essere un diritto garantito. Oggi è più che mai necessaria la lotta per non rendere una merce l’insegnamento e per la creazione di un’università popolare a beneficio delle nuove generazioni”, ha detto ancora la brasiliana Kelen Rosso.
“La formazione degli esseri umani non dev’essere a disposizione di pochi, dei più ricchi, ma dei più diversi settori della società. L’educazione non è una merce e dobbiamo difenderla per favorire i lavoratori, i contadini e gli indigeni”, ha segnalato il presidente dell’Organizzazione Continentale Latinoamericana e Caraibica degli Studenti, Yordanys Charchabal.
“Questa regione vuole una nuova università sullo stile della Scuola Latinoamericana di Medicina, creata prima a Cuba e adesso anche in Venezuela”, ha detto.
“Qualsiasi governo ha il dovere di dare un’opportunità d’alfabetizzazione al suo popolo”, ha sottolineato il cubano Carlos Rangel, segnalando le conquiste del sistema d’educazione di Cuba, nonostante le scarse risorse materiali dell’Isola.
Tutto il paese ha celebrato il Giorno della Riconciliazione e , com’è abituale negli ultimi anni, hanno regnato l’allegria e l’entusiasmo in una terra divisa tra neri e bianchi prima del 1994, dal segregazionista regime del apartheid, riporta Prensa Latina.
“Che modo di ballare e divertirsi hanno”, ha commentato a PL due brasiliani, nel Centro degli Eventi di Tshwane, senza dimenticare la samba e il carnevale di Río de Janeiro.
I delegati al Festival hanno reclamato il pieno accesso all’educazione in maniera gratuita. “Dev’essere un diritto garantito. Oggi è più che mai necessaria la lotta per non rendere una merce l’insegnamento e per la creazione di un’università popolare a beneficio delle nuove generazioni”, ha detto ancora la brasiliana Kelen Rosso.
“La formazione degli esseri umani non dev’essere a disposizione di pochi, dei più ricchi, ma dei più diversi settori della società. L’educazione non è una merce e dobbiamo difenderla per favorire i lavoratori, i contadini e gli indigeni”, ha segnalato il presidente dell’Organizzazione Continentale Latinoamericana e Caraibica degli Studenti, Yordanys Charchabal.
“Questa regione vuole una nuova università sullo stile della Scuola Latinoamericana di Medicina, creata prima a Cuba e adesso anche in Venezuela”, ha detto.
“Qualsiasi governo ha il dovere di dare un’opportunità d’alfabetizzazione al suo popolo”, ha sottolineato il cubano Carlos Rangel, segnalando le conquiste del sistema d’educazione di Cuba, nonostante le scarse risorse materiali dell’Isola.
Fonte:
Granma Internacional
Data:
17/12/2010