La sua stella
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Forse il suo luogo vitale è stato sempre nel futuro.
Per questo sapeva disegnare il cammino, aprire un sentiero, costruire un avvenire. Anche quando pensai che si era sbagliato in alcune soluzioni secondo una percezione ancorata all’altezza della mia narice, il tempo, questo saggio giudice, finiva per dargli ragione.
Uomini come lui nascono una volta ogni mille anni.
Amato da molti, rispettato anche dai nemici, portava il gilè della sua morale, la vocazione di lavorare per i poveri di questo mondo.
Aveva un magnetismo speciale.
Bastava vederlo alla televisione, spaventando cicloni perchè non toccassero a sua isola parando dell’umano e del divino sempre più avanti al suo momento alla comprensione tanto sottile dei semplici mortali.
Quando la biotecnologia era novità nei paesi del primo mondo, scommetteva già di svilupparla in questa frangia di terra che con una silhouetta pende nei Caraibi.
Dal passato stava salvando il suo popolo dalla peggiore pandemia di questa generazione.
Era come il padre che sognava in grande per i suoi figli.
Sapeva che l’educazione e la scienza costituivano il cammino per una società migliore.
Permetteva un abbraccio. Ogni cubano lo sentiva tanto vicino, caldo, umano.
A volte lo rimpiango. Rimpiango il sorriso ampio di chi sapeva vincere sempre. La sua sapienza, la capacità di sapere di tutto come un uomo enciclopedia del Rinascimento.
Non ha mai avuto paura. Avere la certezza a Cinco Palmas che sì avrebbero vinto la guerra dopo i contrattempi e in mezzo all’incertezza, costituì una delle maggiori azioni di resilienza e coraggio della nostra storia.
È divenuto uno dei leaders più importanti del suo tempo, ma senza dubbio non aveva spazio per l’orgoglio e ha continuato ad essere del popolo e per il popolo.
La sua vita è stata tanto profonda che nessuno può smettere d’emozionarsi di fronte alla sua impronta.
Fidel nacque con una stella.
Forse era già predestinato a uno spazio sempiterno. Per questo non è morto. Come può morire, se il suo posto è sempre stato nel futuro, nello spazio immateiale dell’eterno?