Casuale, indimenticabile incontro con Fidel
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L’emozione più grande che hanno vissuto qui 33 venezuelani che sono giunti a Cuba, mossi dalla solidarietà, è stato un fatto che non era previsto in nessun programma.
Il fortuito incontro con Fidel Castro e un’ora e mezza di dialogo con il leder storico della Rivoluzione che ha stampato nella memoria dei protagonisti, come mi hanno raccontato, due impressioni intense: la grande mano che per ore ha stretto, piano e forte, molte mani, e la lucidità dell’interlocutore, attento a molteplici dettagli, soprattutto ora che il Venezuela è divenuto bersaglio dell’ingordigia imperiale.
Gli amici sono giunti il 27 marzo nell’Isola, come parte del II Volo della Solidarietà Bolívar-Martí - Un ponte da popolo a popolo. Quelli che hanno potuto conversare con Fidel questo 30 marzo appartengono al gruppo di 155 venezuelani che hanno avuto come anfitrioni l’Istituto cubano di Amicizia con i Popoli – ICAP- e la sua agenzia di viaggi, Amistur.
Il gruppo è stato in Cuba sino al 5 aprile, per realizzare un nutrito programma “di traversate” per le molteplici esperienze cubane. Il giorno dell’incontro inaspettato, i 155 amici si sono divisi in quattro gruppi per vistare le scuole de L’Avana e uno di questi ha avuto come destinazione, nel quartiere di Siboney, il Complesso per l’Educazione Vilma Espín Guillois (detto Complesso perchè comprende l’asilo e le scuole elementari).
Questa scuola è stata inaugurata da Fidel nel 2014, perchè tempo fa lui passava per le strade di questo quartiere e aveva notato la distanza che i bambini dovevano percorrere per raggiungere le loro aule. Era necessario accorciare quelle lunghe camminate. E lunedì, giorno dell’incontro a sorpresa, mentre la trentina di fraterni amici della terra di Bolívar visitavano il Complesso scolastico, Fidel è passato vicino alla nuova scuola, e sono stati i bambini che hanno visto le macchine che loro conoscono bene, e hanno cominciato a dire Viene Fidel” Viene Fidel!. E da quell’istante di allegria, i visitatori si sono sommati agli alunni per gridare i saluti e Viva!.
Il Comandante ha deciso di raggiungere la scuola e una volta lì ha conversato con la direttrice del centro e con gli organizzatori della visita. Li ha salutati uno a uno senza fretta i venezuelani ed ha chiesto loro della realtà del paese che ci ha dato quell’immenso amico che fu Hugo Chávez. Fidel ha commentato alcuni temi, alludendo all’Assemblea Nazionale del Venezuela, al lavoro con la gioventù, ai lavori dell’agricoltura, ed ha suscitato ammirazione il modo in cui ha ricordato i nomi dei deputati, dei governatori e di persone conosciute nelle numerose giornate di scambi con la nazione bolivariana.
Fidel è stato quello di sempre, che conosciamo così bene, e non se ne è andato senza parlare delle cose più urgenti. Ha mostrato la sua speciale preoccupazione per la battaglia che sferra ora la nazione sudamericana, perchè la sua sovranità e la sua integrità siano rispettate. Ha parlato della sua natura che è intensa e misura il tempo nella giusta misura. Si deve lavorare rapidamente, sommare molte firme destinate al presidente Obama per far sì che il Venezuela non sia più catalogato come una minaccia alla sicurezza del paese del nord.
Ci si deve sbrigare, perchè è in gioco l’equilibrio del mondo. Fidel è pieno di vitalità, e affermano che questa è la definizione più ricorrente nel gruppo degli amici che lo ha visto e ha conversato con lui. Fidel è vivo, affermano felici nella loro condizione di testimoni preziosi in queste ore d’urgenza per il destino dell’uomo.