Collaborazione medica cubana, gratuità ed accesso universale
Circa 135 mila lavoratori della salute cubani hanno partecipato fino ad oggi in missioni di collaborazione medica del loro paese, un programma di lavoro iniziato mezzo secolo fa sotto il principio della gratuità dei servizi, accesso universale ed internazionalismo.
Attualmente 38 mila 868 professionisti sanitari, di questi, 15 mila 407 medici, si trovano in 66 nazioni, segnalò Yiliam Jimenez, direttrice dell'Unità Centrale di Cooperazione Medica del Ministero di Salute Pubblica di Cuba.
Durante la recente visita della direttrice dell'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), Margaret Chan, insieme ai direttori regionali di quell'ente, Jimenez spiegò che l'aiuto medico cubano è incominciato dagli stessi inizi della Rivoluzione.
Ricordò il primo gruppo che viaggiò in Cile nel 1960, per aiutare i disastrati del terremoto, idea che continuò nel 1963, quando si costituì la prima brigata con specialisti che lavorarono in Algeria.
Oggi la strategia di cooperazione in salute è disposta in varie modalità, dal programma speciale per il Venezuela, passando per il Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie, Henry Reeve, un'organizzazione senza precedenti nella storia, sottolineò Jimenez.
L'inizio del Programma Integrale di Salute nel 1998, come conseguenza del danno causato per gli uragani George e Mitch in America Centrale, con l'invio di collaboratori, che prestano i loro servizi in zone rurali, senza distinzione di razza, credo, ideologia e rispettando le leggi ed abitudini dei paesi.
Emerge inoltre la formazione di risorse umane mediante il progetto della Scuola Latinoamericana di Medicina in Cuba ed altre nazioni, ed altri programmi di studio che hanno permesso di laureare più di 14 mila medici di 122 paesi.