Dimesso uno su tre dei malati assistiti dai medici cubani in Lombardía
Tutta la capacità professionale e umana di cui dispongono i membri della brigata medica cubana che opera in Lombardia, nel nord d’Italia, si applica a fondo per salvare vite.
Tutta la capacità professionale e umana di cui dispongono i membri della brigata medica cubana che opera in Lombardia, nel nord d’Italia, si applica a fondo per salvare vite, e in dieci giorni di lavoro hanno ottenuto il recupero e le dimissioni della terza parte dei 36 malati di Covid-19 ricoverati nei loro spazi e assistiti da loro.
In una comunicazione con il programma televisivo Mesa Redonda, il capo del gruppo di medici, dottor Carlos Pérez Díaz, ha dettagliato che solo nella prima giornata di lavoro hanno ricevuto 16 casi provenienti dalla terapia intensiva dell’ospedale della città di Crema, vicino all’installazione da campo dove offrono i loro servizi e il 3 aprile lo sforzo congiunto dei medici cubani e italiani aveva permesso di realizzare 428 visite in distinte specialità.
Sui contagiati dal nuovo coronavirus Sars CoV-2, Pérez Díaz ha informato del trasferimento di cinque persone alle terapie dell’ospedale, come prevedono i protocolli del paese e ha riportato la morte di un solo cittadino.
Inoltre ha risaltato «l’alto grado di morale, fermi e disponibili» nella realizzazione della pericolosa missione d’assistenza, ed ha offerto dettagli sull’organizzazione del lavoro per turni ed ha trasmesso tranquillità al popolo cubano, elogiando le rigorose misure di bio sicurezza che adottano per riguardarsi e proteggersi, con il fine di ritornare tutti e ritornare bene in Patria.