L'ex calciatore argentino Diego Armando Maradona è a L'Avana per partecipare agli omaggi funebri del leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro.

“Vengo per stare col mio secondo papà, con la leggenda, che ci lascia un’eredità che indubbiamente non possiamo tradire. Chi crede che Cuba si debilita perché è scomparso fisicamente il più grande, si sbaglia, perché Cuba adesso sarà più forte”, espresse Maradona in dichiarazioni alla televisione nazionale.  
 
Aggregò l'astro del calcio mondiale che, bisogna considerarlo come la leggenda che continua dentro di noi, che continua dentro il cuore che batte per Fidel, “lui avrebbe voluto che spingessimo l'acceleratore di una campagna di idee, di non violenza”, affermò l'ambasciatore sportivo degli Emirati Arabi Uniti, dove risiede da qualche tempo.  
 
Sulla sua relazione col popolo ed il Comandante in Capo, Diego commentò che in un momento grigio della sua vita il lottatore rivoluzionario gli aprì le porte di Cuba.  
 
“Lui era chi mi consigliava quello che dovevo fare”, commentò in allusione al suo recupero per i suoi problemi di assuefazione alle droghe. Inoltre, elogiò la leadership di Fidel, non solo a Cuba bensì a livello mondiale, dicendo che “potrebbero esserci  molti giocatori, ma lui era il leader della squadra mondiale dei politici”.