“Ho potuto successivamente riconquistare il dominio totale della mia mente, la possibilità di leggere e meditare molto, costretto dal riposo. Mi accompagnavano forze fisiche sufficienti per scrivere per lunghe ore, condividendole con la riabilitazione ed i relativi programmi di recupero. Un elementare senso comune m’indicava che questa attività era alla mia portata. D’altro campo, mi sono sempre preoccupato, parlando della mia salute, d’evitare illusioni che, nel caso di una conclusione avversa, fornissero al nostro popolo delle notizie traumatiche nel pieno della battaglia. Dopo tanti anni di lotta prepararlo alla mia assenza, psicologicamente e politicamente, era il mio obbligo primario. Non ho mai smesso di segnalare che si trattava di un recupero “non esente da rischi”.”
Riferimento al testo originale:
Dal Comandante in Capo, 18 febbraio 2008