Discursos e Intervenciones

Discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica di Cuba Fidel Castro Ruz, in occasione dell’atto di consegna della licenza media ai pioneros della Scuola Media Sperimentale “José Marti”, nel Palazzo delle Convenzioni, il 23 luglio 2005

Fecha: 

23/07/2005

Cari neodiplomati;
 
Genitori e familiari;
 
Professori;
 
Stimato collegio che ha reso possibile ciò che oggi noi stiamo celebrando;
 
Si diplomano, cosa che già tutti sanno, 345 pionieri che erano alla prima media il giorno 6 settembre 2002, quando ebbe luogo l’inaugurazione  della Scuola Media Sperimentale “José Marti”.
 
Sono i primi di questa scuola che terminano la media educati secondo la nuova concezione del professore generale integrale, che lavora con 15 adolescenti, passa con loro dalla prima alla terza media e che è stato l’amico, il consigliere, la guida di ognuno di loro.
 
Questo professore generale integrale ha sostenuto con i genitori lo studio ed il lavoro sistematico – cerco di vedere dove sono i genitori, lassù, anche là (Segnala).  Li saluto in modo speciale e mi congratulo con loro (Applausi) -, e come allora chiedo la loro collaborazione, così come l’abbiamo fatto quella notte al cinema teatro Payret, dove siamo dovuti rifugiarci, se non ricordo male, perché era arrivato un grande acquazzone; pioveva allora ed adesso ha cominciato a piovere.
 
Quando scegliemmo questa scuola avevamo già vinto una prima esperienza alla Scuola media in campagna (internato) “Cosmonauta Yuri Gagarin”, sotto la guida dei primi professori generali integrali: I valientes (i coraggiosi; N.d.T.).  Era necessario estendere l’esperimento ad una scuola cittadina che svolgeva la sua attività in una delle più complesse realtà della capitale, e non si scelse la più facile. Ciò avvenne nel bel mezzo dei primi anni caldi e creatori della battaglia d’idee.
 
Le riflessioni, che determinarono uno sforzo speciale della Rivoluzione per le tre classi della scuola media, considerate a Cuba le medie inferiori, sono contenute nelle seguenti parole che ho avuto l’opportunità di pronunciare quei giorni e che, a mio giudizio, mantengono oggi piena validità nell’ambito mondiale. “La situazione dell’insegnamento nella scuola media è un disastro, criterio generalizzato, sottoscritto incluso dagli organismi internazionali che si occupano d’educazione.
 
“Era un sistema tradizionale d’insegnamento ereditato dall’Occidente e concepito per una minoranza elitaria.”
 
Mi piacerebbe sapere quanti di voi appartengono a minoranze elitarie, o chi dei genitori. Sappiamo molto bene che è l’inverso.
 
“Secondo il sistema attuale – dicevo allora – che implica l’attenzione di un professore specializzato in una materia a un gruppo numeroso che può arrivare a centinaia di alunni” questo venne segnalato da Mara quando disse che lei ne seguiva più di 200 –“nessuno ha speciali responsabilità, non conosce, ne può conoscere il ragazzo, la sua condotta generale, carattere, temperamento, problemi personali, difficoltà in seno familiare.
 
“L’alunno passava da 11, 12 e fino a 13 professori secondo l’anno, per loro era difficile conoscere il nome di tutti gli alunni e ci domandiamo se realmente potessero leggere e analizzare a fondo gli esami ed i lavori scritti di più di 200 adolescenti.”
 
Era un metodo che non aveva niente a che vedere con l’educazione, un metodo rudimentale, inefficiente e complicato di istruire - senza che, ovviamente, ne avessero colpa i professori, loro l’avevano ereditato così dagli ultimi secoli – un metodo nel quale nessuno integra le proprie conoscenze, la propria cultura ed i propri valori.  Senza dubbio non era la forma ideale per educare un’adolescente di 12 anni, come quelli diplomatisi due giorni fa a Cárdenas, lo ricordo: giovani all’inizio dell’adolescenza, che entrano in una fase decisiva ed irreversibile delle loro personalità e della loro vita. Si tratta di esseri umani, non di macchine, non di automi e non di persone irrazionali, di un’altra specie.
 
Concretamente nel nostro paese, specialmente nella capitale, c’era mancanza di professori per molte materie; dovevamo quindi ricorrere all’angosciante ricerca d’aiuto tra gli studenti universitari affinché impartissero una o più ore settimanali di lezione, l’utilizzo degli studenti dell’istituto pedagogico, l’appello al volontariato tra i professori, le modifiche e rielaborazione degli orari che dovevano essere aggiustati per la scarsità di professori. Le scuole erano costrette a stabilire orari per niente soddisfacenti per affrontare la mancanza di professori specializzati. Per caso è successo questo a qualcuno di voi?
 
Nel caso specifico della Città dell´Avana, mentre studiavamo i dettagli dell’istruzione media, abbiamo scoperto che il numero delle aule era abbastanza inferiore al numero di gruppi di questo livello; non si realizzava la doppia sessione, ne poteva compiersi; non tutti gli alunni tornavano a scuola nel pomeriggio; apprendevano approssimatamene tra il 20% ed il 25% dei contenuti dell’anno. Le difficoltà si concentravano fondamentalmente in questa città e da lì siamo partiti per affrontare, nel mezzo del periodo speciale e dell’embargo, la situazione dell’insegnamento nelle scuole medie. Ci siamo riferiti a questi problemi, quando tutto era da vedere.
 
Qual è stato il risultato a tre anni dall´inizio di questo esperimento? I principali indicatori d´efficienza segnalano i seguenti dati:  98,2% di presenza di alunni, 98,5% di puntualità, 90,8% di efficienza nel ciclo.
 
Dei 380 alunni che iniziarono la prima media solamente 35 non hanno concluso i loro studi alla “José Martí”; di essi 27 l’hanno fatto in un’altra scuola media a causa del trasferimento della famiglia in altre province, o o del proprio trasferimento in scuole professionali o speciali per bambini con problemi di condotta in città ed 8 alunni sono emigrati dal paese con la famiglia.
 
Tra i principali successi della scuola, si segnalano la dedizione del suo consiglio accademico, l’integrazione di tutte le organizzazioni del centro ed il vincolo con la famiglia.
 
L’organizzazione scolastica ha avuto una svolta impressionate, oggi e’ una scuola con una rigorosa disciplina – si può vedere, percepire, respirare – ed è molto gradevole che a ciò si unisca – e l’ho visto – una meticolosa educazione formale che non si vedeva da nessuna parte e non so se nel nostro paese si sia mai vista. Piace vedere la forma educata con la quale si rivolgono agli altri, come parlano, come si esprimono.  Non ho visto nessun’altra scuola come questa, e nutro la speranza che un giorno non lontano tutte siano così.
 
In questa scuola si ascolta il criterio degli alunni, si materializza il concetto strategico della microuniversità, è stata salvata, o si è creata, la sana tradizione degli inni e canzoni nazionali e/o patriottiche, si lavora sistematicamente nello sviluppo della cultura generale degli alunni riguardo ai temi politici, per superare la peggiore e più terribile delle cose, l’ignoranza di questo tema tanto decisivo per la vita delle società e del mondo; argomenti anche d’attualità nazionale ed internazionale, senza i quali saremo come ciechi nel mondo, senza nemmeno un bastone; argomenti di storia, arte, economia e scienza. Se non conosciamo questi argomenti, non sapremo niente di niente.
 
Il lavoro con la famiglia s’intensifica con la visita alle case degli allievi da parte dei professori e le riunioni con genitori, trasformatesi in vere scuole di preparazione familiare, alle quali si aggiungono, quando la situazione lo richiede, i contatti individuali.
 
Non ci può essere altra forma di lavorare come maestro, di cooperare e di raggiungere i sacri ed altissimi obiettivi di una scuola e dell’educazione.
 
L’Organizzazione dei Pionieri “José Martí” ha assunto nuovi e più efficienti compiti di lavoro. Ha raggiunto un maggiore protagonismo, la direzione autonoma, le analisi profonde durante le assemblee che hanno elevato la qualità, la critica e la conseguente autocritica.
 
L’uso delle lezioni con video, delle lezioni televisive, dei software educativi sui quali conta l’insegnamento ed il ruolo dell’educatore, del professore generale integrale, sono state le chiavi nella preparazione dei docenti, insieme al lavoro metodologico di ogni corso per rispondere all’obiettivo strategico delle trasformazioni educative ed alzare il livello di conoscenza degli alunni.
 
In questa scuola non si perde un turno di lavoro. I risultati dell’apprendimento sono stati i seguenti: in una materia tanto importante come matematica, da un 29,2% di risposte correte nell’ottobre del 2002, durante l’analisi iniziale della scuola, ad un 69,1% nella verifica di qualità realizzato lo scorso mese di maggio. Due studenti sono vincitori nazionali del concorso di matematica.
 
In spagnolo, da un 59% di risposte corrette nell’ottobre del 2002, nell’analisi iniziale – la situazione non era tanto male quanto in matematica – ad un 69% nella verifica di qualità realizzata nel maggio 2005.
 
Nella quinta verifica realizzata, i risultati della scuola sperimentale “José Martí” sono superiori alla media nazionale di 20,42 punti percentuale in matematica e 4,83 punti percentuale in spagnolo.
 
I risultati confermano, a parte essere qualcosa di totalmente nuovo e senza precedente esperienza, la validità del nuovo modello educativo, a partire dalla concezione del professore generale integrale ed un servizio migliore, personalizzato per ogni alunno e la sua famiglia.
 
Ecco alcune delle opinioni dei genitori degli alunni che si diplomano oggi:
 
” I nostri figli hanno cambiato nel modo di pensare ed agire.
 
“I nostri figli sono meglio preparati nell’orientamento professionale.
 
“E’ migliorata la disciplina dei nostri figli.
 
“Hanno acquistato maturità e responsabilità nel tema delle loro decisioni.
 
“Abbiamo apprezzato il modo in cui i nostri figli hanno cambiato il loro comportamento in casa ed i propri gusti.
 
“Si interessano allo studio e per quello che realizzeranno nel futuro.
 
“Mio figlio mi ha sorpreso, quando ha deciso di essere maestro.
 
“La cosa migliore che mi è successa è che mio figlio abbia iniziato la sperimentazione.
 
“Mio figlio è cresciuto molto dal punto di vista umano. Oggi si preoccupa di più degli altri.
 
“Oggi mio figlio pensa di continuare a studiare, prima gli interessava solo terminare le medie.
 
“I professori di nostro figlio hanno influito in modo corretto riguardo alle sue decisioni.
 
“Siamo grati di come si è sviluppata la scuola in questi tre anni.
 
“Si notano i cambi positivi, sia nell’apprendimento che nell’educazione.
 
“Con l’esperimento si è raggiunta maggiore comunicazione tra la scuola e la casa.
 
“Pensiamo che nostro figlio abbia acquisito maggiore cultura con questa sperimentazione.
 
“Mio figlio oggi è responsabile di fronte ad ogni compito.
 
“Come madre mi sono sentita orgogliosa che mio figlio ricevesse la tessera dell’Unione dei Giovani Comunisti.”
 
Si osserva vera soddisfazione, orgoglio. L’avevo sentito dire, ma lo capiamo molto meglio questa sera durante l’atto, in vostra presenza, con i  genitori ed i professori.
 
Nel settembre del 2003, solo due anni fa, nell’intera nazione si fecero comuni questi cambiamenti nella scuola media, creando una concezione radicale e profonda all’interno del modello educativo e formativo.  
 
E’ stato un passo audace, partendo dall’esperienza che stavamo osservando nella scuola sperimentale, ed abbiamo deciso di non aspettare oltre, nemmeno di elaborare un programma di tre anni per farlo. Abbiamo calcolato ciò che mancava.  Certamente, stavano studiando varie migliaia di giovani nella scuola “Salvador Allende” ed in altre scuole pedagogiche in tutto il paese per formarsi come professori integrali.
 
Le risorse umane non erano molte. I professori di questo livello ed altri non erano tutti convinti. Direi nemmeno la metà, probabilmente molto meno di un terzo.
 
La Città dell’Avana, il luogo del disastro educativo, non aveva né professori sufficienti e nemmeno sufficienti studenti di liceo da inviare alle scuole dove si formano i professori integrali. Questo è il nome che abbiamo scelto, come per quelli delle elementari era stato scelto quello di maestri emergenti; e tutti meravigliati, pensando: “E questa gente che farà?  Cosa succederà con l’educazione elementare e le medie?”
 
E nel 2000 – credo sia stato in settembre, più o meno – abbiamo scoperto che si esaurivano i maestri in questa Città dell’Avana; la media dell’età cresceva tra i maestri, molti stavano raggiungendo l’età della pensione e grazie al loro stoicismo, al loro spirito di sacrificio si mantenevano nelle aule ed in quelle edificazioni adibite a scuole elementari che erano un altro disastro perché avevano sofferto la calamità di più di 10 anni di periodo speciale: a quante mancavano le finestre, quali non avevano una o più infiltrazioni, e com’erano i bagni, l’acqua corrente, la cucina, eccetera, eccetera, straeccetera! Lo esprimo così perché l’ho visto in molti posti e ci meravigliavamo.
 
Anche la ristrutturazione delle scuole venne decisa in forma audace – bisogna dirlo – venne deciso non solo di preparare i maestri emergenti – era inevitabile – ma anche d’iniziare un programma – di riparazione totale in due anni delle 769 scuole elementari e medie della città. Tutto il popolo ne fu coinvolto, come solo si può fare in una rivoluzione, lavorando non si sa quante ore, di notte e di giorno. Credo che il nostro paese non abbia mai fatto uno sforzo come quello, in tempo tanto breve ed incluso con molte meno risorse di quelle che abbiamo oggi.  Si decise di finire il suddetto processo in settembre dell’anno X; era una promessa e le promesse vanno mantenute.
 
Quanto lavorarono tutti, quanto lavorò il Partito, la gioventù, le organizzazioni di massa, gli organismi! Tutti s’impegnarono a farlo e s’innamorarono di questo compito difficile, avevano il dovere e l’impegno di mettere a posto quelle scuole per i bambini.
 
Se la situazione era difficile con le abitazioni ed i problemi d’ogni tipo, almeno quei bambini avrebbero delle scuole senza infiltrazioni d’acqua, con lampadine, con finestre, con acqua corrente, con bagni, con cucine che funzionano, con refrigerazione; con una dieta che, pur non essendo ottima, era migliorata, con incremento di alcune cose, come la quantità, ad esempio, di fagioli, che fu raddoppiata, ed altre cose. E’ stato un grande sforzo ed è stato compiuto alla lettera.  Non era poca l’angoscia quando, mancando appena tre settimane alla data fissata, cominciava a piovere durante i lavori; o quando si scoprivano delle fenditure in un tetto per problemi ad una colonna e sembrava impossibile risolvere la questione.
 
L’ultima scuola doveva essere la numero 400, che fu inaugurata alla fine di maggio, più di 360 erano da ristrutturare e alcune altre bisognava costruirle.  Mancavano appena due mesi.  Circa 45.000 costruttori e vicini dei dintorni lavoravano tutti i giorni.  E’ stata una vera e propria prodezza, in mezzo al disgustoso embargo e al periodo speciale ereditato dagli errori altrui, per dirla in modo educato.  E l’abbiamo fatto da soli, lottando, resistendo, proprio quando alcuni erano già convinti che il crollo della Rivoluzione cubana sarebbe avvenuto in pochi giorni. Invece la Rivoluzione cubana superò ogni ostacolo, si sviluppò, anche se alcuni sciocchi non lo capiscono e quegli imbecilli che sono al nostro settentrione ancora di meno, perché diventano ogni giorno più stupidi a causa dell’odio e delle delusioni, amareggiati, perché non hanno potuto abbattere questo popolo; si dedicano a comprare quanti poveri diavoli, mercenari trovano, che dichiarano nefandezze e difendono anche l’embargo. Se ne parlerà al momento opportuno.  Ora non si deve perdere un minuto: se arriva un ciclone bisogna considerare il pericolo e se un altro minaccia, bisogna prepararsi pure; se c’è una crisi elettrica, conseguenza di errori concettuali di coloro che si supponeva sapessero, che a sua volta li avevano copiato da altri paesi – da quasi tutti – che si supponeva sapessero ciò che stavano facendo, conseguenze dell’epoca in cui un barile di combustibile valeva venti volte meno; non si erano accorti delle cose nuove che stavano succedendo nel mondo.  Errori concettuali che subito appena scoperti, sono stati attaccati. Non dirò nient’altro a riguardo, bisogna aspettare. Questo è un altro tema del momento, però voglio dirvi che sappiamo ciò che stiamo facendo e che non è da poco. Vedremo cosa fanno i pettegoli, gli ignoranti e gli sciocchi.  Non chiamo sciocchi coloro che soffrono, non chiamo sciocchi coloro che patiscono le conseguenze di questa penuria che sta aumentando nel mondo, perché nella società moderna ciò che prima non esisteva, ciò che prima si risolveva con candele di grasso di balena – ormai le balene sono alla fine – o di altro tipo, o con lanterne, come quelle usate durante la campagna contro l’analfabetismo in montagna, dove per caso si vedeva un paesino con un po’ di luce o una casa con luce elettrica, adesso è diventato vitale.
 
Oggi quest’energia e questo sistema sono vitali in una società moderna, soprattutto in una società dove oggi viene fornito questo servizio a più del 90% della popolazione, mentre invece al Primo Gennaio 1959, al trionfo della Rivoluzione, si forniva a stento al 50%, ed erano gocce d’elettricità quanto consumava una casa.  Oggi è vitale, soprattutto quando arrivano uragani come questi; c’è però tempo per analizzare a fondo il tema, e non una, ma più di una volta, e per analizzare anche cosa hanno fatto i barbari, i selvaggi, coloro che compiono genocidi, che invadono nazioni intere per impadronirsi d’energia; anche a loro toccherà il turno d’ascoltare le verità che devono dirli.  Cito ciò che abbiamo fatto all’unico scopo di ricordarvi che non c’è niente che questo popolo rivoluzionario non sia capace di fare in qualsiasi circostanza. (Applausi)
 
Ho parlato di quanto è stato fatto all’Avana, ma continua lo sforzo nel resto del paese e continuano le opere della battaglia di idee, prendono ogni volta più forza e sono sempre di più le scuole elementari, medie e tecnologiche nel resto del paese che ricevono ristrutturazioni totali, anche se le scuole del resto del paese, malgrado i molti problemi, non avevano una situazione neppure somigliante a quella della Città dell’Avana. C’è anche da organizzare tutto affinché la situazione precedente non si ripeta, e anche se l’essere umano è capace di inciampare tre volte nello stesso tronco, speriamo che le possibilità siano sempre minori.
 
Vi sto anticipando cose che imparerete nella vita, che state imparando ormai e alle quali ci arriverete –mi riferisco a questa vita che vi viene incontro– con una incomparabilmente maggiore preparazione di quella che trovammo nel popolo il giorno del trionfo o di quella che in decenni è stata acquisita, sebbene non siano poche le conoscenze acquisite e non siano poche le centinaia di migliaia, quasi un milione, di laureati, che però non sono niente al confronto con ciò che avremo in un futuro, nemmeno lontano, in materia di intelligenza, preparata e portatrice non solo di una lunga ed eroica esperienza, ma anche di elevatissime conoscenze.
 
Come vi raccontavo, non abbiamo potuto avere tanta pazienza per aspettare ad agire con le medie, che erano peggio, però molto peggio delle elementari. Vi ricordavo il periodo in cui abbiamo iniziato la nuova esperienza, o quando abbiamo deciso di non farlo solo nella capitale. Riflettete e vedrete quale sforzo è stato compiuto: un maestro per non più di 20 alunni nelle scuole elementari, professori per non più di 15 alunni nelle scuole medie; però i professori dovevano essere integrali.
 
Tutte le persone devono aspirare all’integrità come regola perché come diceva con tanta onestà la maestra:”Non credevo fosse possibile”; per esempio, non credo sia possibile che ognuno di voi parli in casa, tutti i giorni ed a tutte le ore dello stesso argomento: alla mattina parla di uno, a mezzogiorno d’altro, al pomeriggio d’altro ed alla cena o la notte d’altro differente.
 
La vita non si riduce a un’unica cosa, il sapere non si deve ridurre ad una sola sfera.  Quanto mi dispiace di non avere avuto la possibilità di entrare in una scuola come la scuola dove entrarono i valientes, o nella scuola propedeutica da dove sono usciti quasi laureati con il titolo di professori generali integrali, per diventare ciò che sono già.
 
Ho visto alcuni oggi qui, li conosco e li ricordo molto bene. Vedete quante cose, quante persone unite, valientes, professori che hanno compiuto la loro nobile missione per molti anni, nuovi diplomati, un numero che cresce e cresce. Fin quanto? Fino all’infinito.
 
Tutti noi dobbiamo cercare d’essere professori generali integrali. Mettevi nei nostri panni che dovevamo sapere di tutto senza sapere di nulla, che dovevamo parlare di tutto prima di diplomarci come professori generali integrali, il che non diventeremo mai.
 
Abbiamo dovuto studiare diritto, quasi, quasi senza sapere perché studiamo diritto. Come ho raccontato altre volte, qualcuno diceva: “Questo sarà avvocato, parla molto.”  E quasi mi domando quale bambino non parli molto e si difenda sempre meglio.
 
Ci sono alcuni diplomati presenti qui che vogliono diventare avvocati, gli ho fatto gli auguri; altri mi hanno detto che vogliono essere medici.  Ho risposto:” A quale missione vuoi che ti mandiamo?” E’ molto interessante ciò che mi è successo con i bambini a Cárdenas, ma adesso è molto più concreto perché con alunni adolescenti e quasi più che adolescenti, con giovani che tre anni fa avevano l’età di Elián e dei suoi compagni. Vedete come corrono gli anni, come passa il tempo.
 
Oggi, grazie al coraggio avuto, tutto il paese, tutte le scuole medie del paese seguono questo sistema d’educazione. Soltanto due anni fa si resero comuni a tutte le scuole medie le suddette trasformazioni, costituendo una concezione radicale e profonda del modello educativo e formativo. Ciò non sarebbe stato possibile senza la partecipazione dei 30.758 professori che lavoravano nell’istruzione media, di essi 26.328 si sono trasformati in professori generali integrali.  A questi professori si è aggiunta la forza di 12.553 professori generali integrali formatisi nel corso emergente. Il prossimo corso scolastico inizierà con 4.980 professori generali integrali recentemente laureatisi, vale a dire che negli ultimi quattro anni di battaglia di idee si sono formati 18.533 professori generali integrali emergenti per la scuola media.
 
Sono stati installati 19.324 televisori da 29 pollici, lo ricordo.  La decisione si prese a luglio. Volevamo cominciare a settembre, avevamo i televisori “Panda”, ma il “Panda” è troppo piccolo.  Per ragioni differenti le vostre aule -che sono state ricavate da un edificio che aveva spazi grandi e piccoli, alcuni sono stati divisi, altri non si potevano dividere perché questa meravigliosa scuola è Patrimonio Nazionale- sono abbastanza grandi.  Adesso la scuola è meravigliosa non solo dal punto di vista architettonico, ma anche, e soprattutto, perché è la scuola dove vi siete diplomati, risultato del primo esperimento nella storia di un sistema di questo tipo.  Peccato che gli scettici non possano guardare da un buchetto ciò che stiamo vedendo qui.
 
Inoltre, quei televisori da 29 pollici, che si vedono meglio, abbiamo dovuto comprarli; quasi, quasi trasportarli in aereo affinché in settembre fossero qui.  Comunque, già prima si era fatto uno sforzo con gruppo selezionato di professori ed alunni che avevano passato l’estate preparando le lezioni.
 
D’altra parte, sono state installate macchine capaci di riprodurre le video-cassette, ed erano più di 2.000 lezioni, sembrava che non si finisse mai.
 
Arrivarono i televisori, si fecero i video ed i programmi e si ripararono le aule da ristrutturare in tutto il paese, quasi tutte, per iniziare e non perdere un anno, due, o tre.
 
Così è cominciato il corso di cui stiamo parlando, due anni fa, che ormai dispone della forza, delle risorse e, cosa più importante, dell’esperienza acquisite.
 
Avevamo anche i televisori da 21 pollici, 1.108, nelle biblioteche, così come 15.989 videocassette.  Sono state registrate 2.240 lezioni video preparate da 40 prestigiosi docenti, e da 250 alunni della capitale, per insegnare matematica, spagnolo, storia, inglese per le tre classi della media, fisica per la seconda e la terza media.
 
C’è la televisione educativa, anche questo programma creato nella battaglia d’idee.  Ne abbiamo già tre e possiamo averne quante ne vogliamo, basta dirlo, di copertura nazionale, provinciale e perfino comunale. Preparatevi maestri che i comuni del paese avranno la loro emittente! Vedrete, con tutti i mezzi che non sono nemmeno comparabili con quelli che avevamo all’inizio, quante cose faremo.
 
La televisione educativa trasmette 21 programmi settimanali diretti allo studio dei contenuti delle materie e a promuovere la cultura generale degli alunni.  Inoltre, è aumentata la frequenza delle lezioni di matematica e spagnolo, due materie base in tutti gli anni, e di storia per la terza media.
 
Si contano 13.590 computer, con una media nazionale di una macchina per ogni 40 studenti e nella capitale di una per 25.  In futuro saranno di più, qui e là, ed un giorno ci sarà la stessa quantità in tutte le scuole.  
 
Per esempio, posso discretamente dirvi che esiste un programma annuale per l’acquisto di 100.000 computer.  Vedremo cosa succederà.
 
Ê disponibile la collezione “Il Navigante”, integrata, per la scuola media, da 10 softwares educativi e 29 software complementari.
 
Si è raggiunta la sessione completa o unica in tutte le scuole di questo livello – sessione unica intesa come sessione doppia, e sembrerebbe una contrarietà, però così si chiamava; ognuno utilizzi la forma che preferisce – che inizia alle ore 7:30 della mattina e si conclude alle ore 4:30 del pomeriggio.  
 
A tale scopo sono stati costruiti, divisi e adattati i locali; abbiamo quindi a disposizione 1.545 nuove aule e 2.281 locali adattati.
 
Sono stati assegnati 50.000 banchi e 100.000 sedie.
 
Dei 474.365 alunni delle medie, 469.093 –cioè  il 98.99% dell’iscrizione complessiva a questo livello d’istruzione– riceve nella sua scuola il vitto gratis, gli esterni la merenda scolastica.
 
Non crediate sia stato semplice, cari compagni e compagne, lo sforzo investito nel conseguimento delle merende, gli investimenti richiesti in tutto il paese per quel panino di 100 grammi, che è nato durante il piano della ristrutturazione delle 769 scuole, all’alba, quel panino tenero e di grano speciale, a volte fatto bene, altre volte non tanto buono, ciò dipende dalla preparazione del personale che lo elabora, dalla squadra, dalla disciplina.  Ci sono anche le altre cose: lo yogurt di soia, di cui oggi non vi parlerò, ma che risulta essere –ogni volta ricevo ulteriori informazioni– un eccellente alimento.  Cosa possiamo fare?  Erano centinaia di migliaia gli alunni, decine di migliaia i professori ed una cifra elevata di altre persone che lavorano nelle scuole. Voglio che sappiate che sono milioni e milioni di dollari la somma investita in quest’attività.
 
E’ stato fatto tutto contemporaneamente all’acquisto dei televisori e delle altre cose, dei computer, delle riparazioni e dei mobili: “trovate risorse, risparmiate”; esigendo disciplina.  Vediamo oggi come sta migliorando.
 
Ieri abbiamo visto alla televisione, alla tavola rotonda, che si parlava della situazione dei panifici: sono migliorati e dovevano migliorare. Si conosce quante calorie, quante proteine ha la merenda.  Certo che conosco a memoria le storie, quale sapore piace di più, se alla fragola, alla banana, al caramello.  A memoria, ve l’assicuro compagne e compagni, conosciamo perfino il costo di ognuno dei prodotti ed il processo, perché questa è una delle cose per cui bisogna essere integrali.  Se all’improvviso si dice: bisogna dare una merendina e voi non sapete di che merendina si tratti, che non sappiate quanto costi ogni cosa, ogni consumo e quanto latte in polvere sia necessario e quante tonnellate di soia, sarebbe il colmo e, inoltre, qual è quella che piace ai ragazzi.  Tra l’altro voi sapete ciò che sapete, che non c’è uguaglianza in questo mondo e che in questo paese, dove esiste più uguaglianza che in nessun’altra parte, ci sono ancora molte disuguaglianze, voi sapete bene come stanno le cose.
 
Il tempo passerà ed un giorno tutti voi avrete già un livello di preparazione, di conoscenze di ogni tipo, perché siete stati educati in questo modo, perché i vostri genitori hanno contribuito tanto ad educarvi che loro stessi, insieme a voi, imparano mentre vi insegnano, ecco i vantaggi, ecco l’importante ruolo dei genitori in una rivoluzione come questa, che i barbari, i selvaggi, gli assassini dell’impero hanno calunniato inventandosi che avrebbe tolto i figli ai genitori per mandarli in Russia, da dove sarebbero rispediti come carne in scatola.  Sono degli imbecilli senza scrupoli, che approfittano dell’ignoranza. Solo per ignoranza suprema, sarebbe stato possibile che qualcuno s’immaginasse che quella menzogna da loro inventata potesse essere vera, i mostruosi criminali fecero in modo che circa 14.000 famiglie mandassero i propri figli negli Stati Uniti. Molti si sono separati per sempre.
 
Vi racconto questa storia…perché ancora ci sono dei bugiardi uguali o peggiori; però oggi si scontrano con l’Himalaia, anche se alcuni nemmeno lo sanno.  Forse uno di questi giorni vi parlerò su alcune di queste cose, è necessario farlo, e voi le comprenderete molto bene per l’eccellente educazione che avete ricevuto.
 
Hanno inventato ciò, mentre invece accadeva tutto il contrario: la Rivoluzione, ricorrendo sempre ai genitori ed invitandoli alla scuola elementare, media ed alle altre. Non si concepisce l’educazione senza i genitori, dalla famiglia comincia l’educazione e quando voi sarete genitori avrete già una preparazione migliore ed i vostri figli, quando saranno genitori, avranno più preparazione di voi, perché li avrete educati e avverrà allora qualcosa di diverso da ciò che è successo lungo la storia, perché è arrivata l’ora in cui al mondo non rimane altra alternativa che cambiare o smettere di esistere.  
 
Non parlo di un mondo come geografia, ma dell’essere umano come specie. Lo dico con la più profonda convinzione. Che gran soddisfazione ci causa il pensare che si sta preparando il tipo di uomini e di donne che possono veramente aiutare a salvare questa umanità.
 
Ho citato il numero di studenti che ricevono il vitto a scuola; però ci mancano ancora 5.572 alunni che non lo ricevono, ciò accade in 19 scuole isolate, ma il prossimo anno la riceveranno tutti e nessuno rimarrà senza questo elemento necessario.  In quanto tempo è stato fatto ciò? In due anni. E quanto tempo è passato da quel 9 settembre? Meno di tre anni, ci mancano tre mesi. Devo menzionare che tutte le biblioteche hanno ricevuto enciclopedie, atlanti, dizionari, cioè, si è rinnovato il fondo bibliografico. Bisogna sottolineare che disponiamo di alcune bellissime tipografie nuove e, in più, di una il cui stato attuale non conosco, l’ultima (Alfonso gli dice che in agosto si inizia il montaggio di tutta l’attrezzatura tecnologica).
 
Quando parte? (Rispondono che in ottobre dovrà iniziare la prima produzione.)
 
Qual è la capacità di produzione, Alfonsito? (Gli risponde: 45 milioni di libri) E non ne parliamo oltre perché non ci dedichiamo alla propaganda; fatti più che parole sono necessari, non c’è cosa più ostinata ne potente che i fatti. Fatti che nascono dalle idee, e dai nuovi fatti nascono nuove idee.
 
Devo tenere presente che sto parlando con compagni e compagne adolescenti, di 14 anni o che stanno finendo, diciamo, l’adolescenza, ragazzi e ragazze 14 e 15 anni, che non hanno vissuto quelle cose; però nemmeno hanno vissuto la storia della scoperta dell’America o la storia dell’impero romano o della civiltà greca, e di questo sapete abbastanza; non hanno vissuto all’epoca delle guerre d’indipendenza di Cuba, non hanno vissuto negli anni di Martí e di lui sapete abbastanza.  Parlo d’imparare, di studiare, queste conoscenze sono i frutti dell’educazione. Nessuno di noi avrebbe potuto tentare niente se non avessimo avuto il privilegio di poter studiare.  E quanti della nostra generazione ci sono riusciti? La stragrande maggioranza non poteva studiare ed alla licenza elementare non arrivava neanche il 10% dei cittadini di questo paese.  Quando è trionfata la Rivoluzione, ho letto -senza avere sicurezza delle cifre– che c’erano, secondo il censimento ed altra indicazione, circa 400.000 persone a Cuba con la licenza elementare.
 
Per ognuno con licenza elementare di allora ci sono oggi quattro laureati ed un giorno ci saranno più titoli scientifici in questo paese che licenze medie nel 1959.
 
Questa è una rivoluzione, signori imperialisti, convincetevi, non andate sparlando e sappiate ciò che risulta indistruttibile (Applausi.)
 
Si è constatata un’evoluzione soddisfacente nell’organizzazione scolastica delle medie, nella disciplina degli alunni, nel vincolo con la famiglia mediante le  visite alle case da parte dei professori e alle scuole da parte dei genitori, con l’attiva partecipazione del 97% delle famiglie.
 
Un esempio della disciplina raggiunta nel livello medio d’istruzione è stata la partecipazione dei pioneros della capitale all’impressionante marcia del 17 di maggio, in cui si sono distinti per la loro organizzazione e combattività.
 
Il nuovo modello educativo e la concezione del Professore Generale Integrale ha fatto sì che nelle nostre scuole, se si compie ciò che viene indicato, non si perda nemmeno un turno di lezione. Prima non si sapeva quanti se ne perdevano, se erano di più i turni che si perdevano di quelli che si sfruttavano.
 
I principali indicatori d’efficienza, confrontati con i due corsi precedenti, si sono incrementati: 99,98% di non dispersione scolastica nel corso (109 diserzioni, 343 in meno che nello stesso periodo del precedente corso). Dove si possono trovare dati simili a questi? Forse nei “paradisi della libertà” inventati dai barbari? Forse nelle “democrazie” dove conta solo il denaro e non si dice mai una verità? In queste democrazie dove si compra tutto e si ruba persino la presidenza della repubblica come ha fatto piccolo Fuhrer che oggi dirige gli Stati Uniti?
 
Ho menzionato le parole piccolo Fuhrer, e immagino che vi abbiano insegnato storia della Seconda Guerra Mondiale, del fascismo, del nazismo e di un signore che si chiamava Adolf Hitler; in caso contrario, andate queste vacanze in biblioteca ed informatevi bene. Un consiglio di un apprendista di professore generale integrale (Risate).
 
Guardate che cifre. Andate in America Centrale, andate in tutti quei paesi.  Quanti ragazzi di quei paesi hanno conseguito la licenza media e quanti la licenza media?
 
Qui, più del 98% dei ragazzi consegue la licenza media, soltanto alcune centinaia, che per qualche ragione non proseguono o interrompono gli studi, non ci riescono, mi riferisco a cause come le gravidanze precoci o perchè emigrano con i propri genitori. Certamente non arrivano analfabeti  alle destinazioni, ciò è impossibile. Ci sono molti che sono andati negli Stati Uniti, sarebbe da domandargli quanti cubani analfabeti hanno ricevuto.  Tutti questi bambini arrivano preparati; sanno molto di più dei bambini statunitensi perché lì il sistema educativo è un disastro, sia nelle elementari sia nelle medie, e la cosa peggiore è che non gli trasmettono valori, ed a volte questi bambini a scuola si uccidono tra loro, perché in questo sistema barbaro tutti portano un’arma, come all’epoca del far west.
 
Non si sono accorti che non hanno ancora superato il XVIII secolo in questioni morali.
 
Ora girano per il mondo torturando e privando il popolo nordamericano dei suoi diritti elementari, sottoponendolo ad ogni tipo di sorveglianza e restrizione, che un giorno o l’altro gli stessi cittadini nordamericani spazzeranno via, non lo dimenticate.
 
Devo ancora dire alcune cose addizionali, non molte.
 
In soli due anni, come vi indicavo, si raggiungono già risultati notevoli nella condotta, nella disciplina, nel comportamento umano, la sicurezza e la qualità della vita dei nostri adolescenti nel sistema scolastico, dove, tra l’altro, sono inclusi tutti, e dove coloro che non possono esserlo frequentano le scuole speciali secondo le loro difficoltà, ma non sono dimenticati. Ci sono decine di migliaia di bambini nelle scuole speciali e nemmeno uno, neanche uno solo è stato dimenticato e per coloro che vivono in luoghi sperduti ci sono i lavoratori sociali, in tutto il paese ne disponiamo già di 28.000, che individuano facilmente i bambini handicappati e li assistono.
 
Recentemente hanno fatto la lista completa dei 40.000 nuclei più poveri o con più difficoltà nel paese e li stiamo curando, gli stiamo facendo arrivare l’assistenza, ma ogni tanto appare un piccolo barbaro o un piccolo discepolo dei barbari, imbottito di menzogne e dice:”Guarda questo, hanno portato al bambino non so cosa, un televisore o altro, ed è figlio di un detenuto.” Guardate che maniera di pensare possono avere ancora alcuni; proprio questo bambino ne ha più bisogno di qualunque altro, perché ha avuto la sfortuna di avere un padre che, per una ragione o l’atra, ha commesso un reato.
 
Devo dirvi che, nel futuro, quelli che andranno in prigione, man mano che avanzerà l’educazione, saranno sempre meno.
 
Mi costa molto pensare che uno qualsiasi degli adolescenti presenti possa trasformarsi in un delinquente, dopo che voi, professori e genitori, gli abbiate trasmesso tutti quei valori.
 
Ad un bambino gli può mancare in qualche posto sperduto del paese anche un letto, persino un materassino. Noi verifichiamo ciò, credeteci; so molto bene che stiamo indagando e so molto bene quanto stiamo facendo. Questa Rivoluzione, che è socialista ed è gestita secondo il principio di dare ad ognuno secondo il proprio lavoro, non dimentica né può dimenticare, non sarebbe Rivoluzione e non meriterebbe tale nome, se da una persona rimasta invalida domandasse un apporto secondo il suo lavoro. No, per questo ci sono persone che lavorano perché possono farlo, proprio per aiutare chi non può farlo. Per un bambino bisogna fare di tutto, a un bambino bisogna dare tutto.
 
Per un bambino questo paese fu disposto a fare ciò che era necessario, potremmo dire che fummo disposti a morire, non accettavamo l’idea di abbandonarlo (si riferisce a Elián; N.d.T.). Per questo vi hanno dato questo tabloide: La verità è invincibile. Con la verità, con la morale, con la coscienza si è vinta quella battaglia. E si è vinta perché le argomentazioni hanno conquistato il cuore e la simpatia del popolo nordamericano, non lo dimenticheremo mai e siamo fiduciosi perché, un giorno, lo stesso popolo che oggi è sfruttato, saccheggiato, costretto a pagare le guerre di genocidio, spazzerà via tutta l’immondizia.
 
Stavo parlando d’alcune cose che non vanno bene, la situazione dei nostri adolescenti.  Stavo affermando che si sono raggiunti risultati notevoli in molti campi.  Ma devo aggiungere che nella docenza siamo ancora ben lungi dal raggiungimento di risultati ottimi, che possiamo e dobbiamo ottenere. Questo sarà, senza dubbio, il compito più complesso che, data la necessità di un cambio totale di concetti e di usi millenari in società profondamente divise tra ricchi e poveri, superprivilegiati e masse che soffrono la totale assenza d’equità e giustizia, richiederà di ardui e tenaci sforzi.
 
Ecco i fattori che oggi ostacolano il compito, secondo il criterio di vari specialisti: la necessità di una migliore preparazione dei professori per impartire tutti i contenuti; il fatto di non avere raggiunto ancora una grande dimestichezza nell’uso dei software educativi; deficienze nell’attenzione differenziata o personalizzata ai propri 15 allievi; non orientare adeguatamente i compiti secondo il livello di ogni studente; ci sono ancora professori che non visualizzano tutte le lezioni video nelle le occasioni necessarie.
 
Bisogna continuare a rafforzare il lavoro sociale gli alunni e le loro famiglie.
 
Voi sapete meglio di tutti quali sono le difficoltà, gli ostacoli, i problemi, può darsi che si tratti del tempo destinato alle lezioni; ma non bisogna scoraggiarsi, avremo più professori e saranno più preparati. Attenzione!
 
Bisogna ascoltare tutti i punti di vista ed analizzarli, ma certamente partendo da un proposito fermo e tenace, e dallo sforzo; dello sforzo non possiamo svincolarci e gli sforzi si realizzano con tanta più decisione quanto più si ama la causa per la quale lottiamo e gli obiettivi che cerchiamo.
 
Ecco la valutazione dei pionieri sui propri professori:
 
“il 94,36% dei pioneros ritiene che i maestri si adoperano affinché loro siano migliori.
 
“Il 98,07% ritiene che i professori sono un esempio per loro.
 
“Il 90,20% ritiene che impartiscono buone lezioni – sto parlando di tutto il paese, delle scuole medie.
 
“L’87,79% ritiene che ricevono da loro la necessaria attenzione.
 
“L’87,12% ritiene che i loro professori li lasciano esprimersi, li ascoltano e li rispettano.”  Mi sembra qualcosa di soddisfacente e meritato dai professori.
 
“Le materie preferite (in ordine) sono: matematica”, al numero uno, magnifico; spagnolo, molto bene; storia, bene; informatica, bene; l’inglese, al quinto posto, bene; ma bisogna imparare anche altre lingue, sebbene questa sia diventata la lingua universale, una delle poche cose buone che ha lasciato il colonialismo inglese e l’imperialismo che abbiamo tanto vicino; geografia, sei, regolare; chimica, sette, non voglio esprimermi; era l’unica materia che non potevo studiare da solo perchè gli H20 e tutto quello degli ioni positivi e negativi era un po’complicato per me (Risate). Così ero un cattivo alunno.
 
A proposito dei professori generali integrali, voglio confessarvi che ero un assente generale integrale alle lezioni (Risate). E non proprio perché non ero fisicamente presente, ero lì nell’aula fin dalla prima elementare, poi durante la media e il liceo, e di liceo ne feci cinque anni, perché aggiunsero un corso all’epoca in cui entrai in questo livello.  Ero lì presente, ma non prendevo parte ad una sola lezione, pensavo ad altre cose e non sempre alle ragazze, come sembra abbiano detto i maschi di questa scuola.  Infatti, sono rimasto molto sorpreso quando ho visto la lunga lista di eccellenti diplomati: tutte ragazze, ragazze, ragazze (Risate). Non vedevo nessun maschio. Mi dicevano: “Proprio alla fine dell’elenco ce n’è uno.”  Ciononostante ci sono uomini dappertutto che comandano, assumono incarichi, dirigono, decidono. Nella scuola d’Elián credo su 25 diplomati d’eccellenza soltanto 4 o 5 erano maschi. Ho pensato che qui il rapporto sarebbe migliorato e invece no, la cosa va di male in peggio (Risate). Domando:” Ma, i ragazzi, che fanno?” “Sono molto bravi.”  Ma non possono competere.
 
Devo aggiungere che mi sono rallegrato molto perché sono state tanto ingiuste le società con le donne, le hanno discriminate tanto, hanno ignorato in maniera tanto grossolana e stupida le capacità della donna che bisogna essere felici di ciò che stiamo vedendo.  Spero che psicologi e studiosi  analizzino il fenomeno.  Però, va bene, affermo:”Non rimarrà nessun uomo a comandare.”
 
Peccato che ai miei tempi non era così, mi sarei dedicato allo sport, a studiare quello che non ho studiato e a riempire le lacune che ho ereditato dai miei modi d’autodidatta incallito. Ciò avveniva quando ero alle medie ed ero chiuso nell’aula; la mia immaginazione volava dappertutto, ma non si posava mai sul professore e sulla lavagna. Non esisteva l’informatica e nemmeno c’erano bambine, regnava la segregazione in quella scuola.
 
Mi sono ricordato della chimica, perché era l’unica che mi dava da fare, la famosa chimica. Per questo non voglio commentare a riguardo.
 
Biologia, mi piace tantissimo, e non so perché, non ho avuto ne una possibilità di studiare biologia.
 
Educazione fisica, questa sì l’ho studiata moltissimo, non c’era collina da quelle parti che non volessi scalare e sport che non desiderassi praticare (Risate).
 
Fisica, l’ultima della lista, mi piace; comunque, non parliamo dei miei gusti, ma delle differenze che posso rilevare tra questi alunni che di fisica non vogliono sapere niente (Risate). A me piaceva. La studiavo anche da solo quando arrivavano gli esami, è certamente più comprensibile.
 
La geometria, anche la matematica, le studiavo così; però avrei preferito avere professori come i vostri. Allora senza dubbio sarei stato molto più utile nell’opera alla quale ho dedicato la mia vita.
 
Ecco le valutazioni della famiglia. Ascoltate le loro opinioni, le opinioni dei genitori:
 
“L’81,705 dei genitori ritiene che l’interesse dei loro figli per lo studio è buono ed un 15,54% ritiene che sia regolare.” Va bene che si interessino di più ed esigano di più.  Ma per pretendere di più bisogna cooperare con la scuola e non solo lamentarsi:”Il professore è cosi, l’altro così.” Mi rallegro di questo; però la percentuale è alta.
 
“Il 76,90% considera che, in generale, l’apprendimento dei loro figli è buono ed un 19,58% lo considera regolare.” Cito dati nazionali, nessuno si senta sfiorato trai genitori di questa scuola.
 
“Apprezzamento dei genitori sulle qualità morali dei loro figli”, pure dato nazionale:
 
“Secondo il sondaggio, i genitori segnalarono buone le seguenti qualità dei loro figli: rivoluzionario, 96,42%; solidale, 94,56%; onesto, 92,35%; rispettoso, 91,54% - spero che questo criterio aumenti man mano che i ragazzi acquisiscano i modi che abbiamo visto qui – “responsabile, l’84,45%; disciplinato, il 83,64%.”
 
Ecco qualcosa di bello sui genitori degli alunni di questa scuola sperimentale, che sono di famiglia umile: operai 65%; casalinghe e lavoratori in altre attività 20%; professionisti 15%.  Potete osservare inoltre la quantità di professionisti tra i genitori degli allievi di questa scuola, in quella zona molto umile della capitale e con molte difficoltà sociali, abitative, di ogni tipo, chissà quali altre ce ne sono. Vedete la lettera che hanno inviato facendola arrivare alla direzione didattica ed a noi:
 
“ Stimati compagni,
 
“Il Consiglio dei genitori della Scuola Media Sperimentale “Josè Martî” sollecita, attraverso questa lettera, un riconoscimento speciale per tutti i lavoratori, il collegio docente, i dirigenti della Gioventù, del Partito e specialmente del Consiglio Didattico della Scuola “Josè Martî” per i loro sforzi e i successi raggiunti. E’ impressionante con quanto amore, dedizione, attenzione, tenerezza e valore, hanno assunto questa responsabilità.
 
Gli alunni di questa scuola, così come quelli di altre scuole del comune, hanno caratteristiche complicate e molto diverse; tuttavia, si è accettata la sfida e si è ottenuto un alto livello nella disciplina, nel rendimento accademico, nell’assistenza alle lezioni e nella preparazione politica. I nostri figli hanno ricevuto un’attenzione personalizzata, molto importante a quest’età che è soggetta a mutamenti.  Tutti hanno fatto realtà un principio molto conosciuto nella didattica: la relazione interdisciplinare.
 
“Si compiono tutte le attività con un livello di responsabilità degno di menzione. Esiste una notevole comunicazione tra i genitori ed i professori. Meritano un sincero riconoscimento, il nostro affetto e rispetto. Sono un esempio della lotta per superare la più grande delle sfide, ciò che sosteniamo con orgoglio da più di quattro decenni: dare continuità storica al socialismo sotto il naso dell’impero.
 
“Ê piccolo l’omaggio per queste persone che, mettendo da parte i problemi personali, danno il meglio di sé in aula.
 
“Grazie del vostro impegno, Vi siamo debitori.
 
“Nell’occasione, un affettuoso saluto.
 
“Consiglio dei genitori.
 
“Scuola Sperimentale “Josè Martî” (Applausi prolungati).
 
“Chiediamo sia letto pubblicamente il contenuto di questa lettera.” Ciò che ho appena fatto con molto piacere. E’ anche un esempio. Questo è un messaggio a tutti i genitori del paese, a tutti i maestri, a tutti i bambini, per dire loro: è molto ciò che si può ottenere. Perciò quando ho visto questa lettera mi sono rallegrato infinitamente.
 
Sta arrivando l’ora di finire.  Mi mancano alcune cose, ma le terrò per la prossima volta, non vi preoccupate.  Vedremo i vostri progressi il prossimo anno.
 
Ci sarebbero molte questioni di cui parlare, perché stiamo avanzando e vogliamo continuare ad avanzare nell’istruzione media superiore, a tutta velocità. Si sta facendo un grande sforzo nelle tecnologie della programmazione e dell’informatica. Stiamo creando dei centri universitari, quali un’istituzione che ho citato spesso e alla quale andranno sicuramente molti di questi alunni, cioè l’Università della Scienza dell’Informatica.  Ce n’è anche un’altra, un’altra magnifica facoltà che si trova alla CUJAE (Città Universitaria José Antonio Echeverría; N.d.T.).
 
Dalla CUJAE sono usciti i professori che aiutarono ad organizzare questa università. Esiste anche la Scuola Latinoamericana di Scienze Mediche con quasi 10.000 studenti.
 
Il paese porta avanti progetti impensabili appena qualche anno fa e  sta creando capitale umano. Questo capitale è insostituibile. Nessun paese ci supererà, ormai non ci raggiunge più nessuno. Abbiamo non so quanti metri di vantaggio e il capitale umano è la fonte principale di risorse e di sviluppo del paese.
 
Un brillante avvenire ci aspetta e lavoriamo per questo avvenire. Niente potrà vincerci. Possono far sparire il paese dalla carta geografica, ma non potranno far sparire la Rivoluzione dalla carta geografica del paese.  Non ci sarà un popolo che si arrenda, non ci sarà un rivoluzionario che claudichi.  Non l’abbiamo fatto, né lo faremo mai.
 
Penso che questi alunni che si licenziano oggi qui, saranno molto più decisi, molto più rivoluzionari, molto più preparati, molto più coraggiosi, partendo dai valori che difendono, dalle idee che innalzano e saranno molto più preparati.
 
Guardate bene, omini del Nord agitato e brutale, piccolo Fuhrer,  l’impero non è riuscito a sconfiggere questa generazione, e non ci riuscirà né con la prima, né con la seconda, nemmeno con la terza.
 
Il popolo nordamericano sarà l’incaricato di porre fine alla barbarie ed al rischio che rappresenta per l’umanità; ogni volta troverà qui un baluardo più fermo delle idee giuste, delle idee di Martí, di Bolívar,  di Marx, di Engels, di Lenin.  Noi non abbiamo paura a dirlo (Applausi).  Non abbiamo paura di parlare di quelli che ci hanno aperto gli occhi e ci hanno indicato il cammino seguito durante decenni, dimostrando al mondo che non esiste ostacolo possibile che possa arrestare una causa giusta, una vera rivoluzione, non importa ciò che faranno.
 
Ora vogliono aggredire e minacciare i venezuelani. Non imparano; ma impareranno.
 
I presenti in quest’atto condivideranno con noi le medesime convinzioni e la stessa speranza che depositiamo in voi, avanguardia di centinaia di migliaia di giovani che oggi seguono la stessa via, la stessa esperienza.
 
Oggi non si dovrebbe più parlare di Scuola Sperimentale “Josè Martî”, bensì d’educazione nazionale sperimentale “Josè Martî”. A lui, che tanto parlò d’educazione, rendiamo oggi questo omaggio. (Applausi).
 
Forse non lo vedete ancora con sufficiente chiarezza, ma vi assicuro che avete appena scritto una pagina nella storia.
 
Patria o morte!
 
Vinceremo!
 
(Ovazione)

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